Nella giornata del 26 luglio la casa circondariale di Caltagirone, comune della Città Metropolitana di Catania, è stata al centro di alcuni disordini. Alcuni detenuti, in segno di protesta, sono riusciti a salire sul tetto dell'edificio, suscitando preoccupazione tra le autorità penitenziarie.

Le cause della protesta

Secondo le prime informazioni, il motivo scatenante della rivolta sarebbe stato il decesso di un detenuto avvenuto la sera precedente per cause naturali. La notizia ha portato a una forte agitazione tra i reclusi, che hanno espresso dissenso in maniera violenta.

Per fronteggiare la situazione, sono stati richiamati agenti penitenziari fuori servizio e sono arrivati rinforzi da altri istituti carcerari siciliani.

Dichiarazioni contrastanti

Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria, ha dichiarato che l'ordine è stato ristabilito intorno alle ore 14, senza che si verificassero scontri fisici o feriti: il sistema di sicurezza interno avrebbe retto all'episodio di protesta.

Tuttavia, Domenico Mastrulli, segretario nazionale generale del COSP, ha fornito una versione diversa dei fatti: alcuni detenuti avrebbero cercato di scavalcare le recinzioni del cortile interno, utilizzando oggetti pericolosi contro il personale penitenziario.

Inoltre, ha descritto una scena di distruzione in due interi reparti, con incendi appiccati dai detenuti che avrebbero causato ingenti danni alle strutture.

Il quadro complesso delle carceri italiane

Questo episodio solleva nuovamente l'attenzione sulla condizione delle carceri italiane. Al momento, il sistema carcerario soffre di un sovraffollamento significativo, con circa 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili.

A questo si aggiungono carenze di personale, nonché problemi sanitari, strutturali e amministrativi. I dati sui suicidi nelle carceri parlano di 59 tra i detenuti e sei tra gli agenti penitenziari quest'anno.

La situazione è stata recentemente discussa in una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati a Roma, organizzata dal sindacato COSP, con la partecipazione di rappresentanti delle forze dell'ordine e militari.

Durante l'evento, è stato denunciato l'alto numero di suicidi tra il personale e i detenuti, evidenziando la gravità della situazione.

Simili episodi di cronaca mettono in luce la necessità urgente di riforme nel sistema penitenziario italiano per garantire sicurezza e condizioni di vita dignitose sia per i detenuti che per il personale penitenziario.