Il delitto della 22enne francese a La Salle, secondo il procuratore capo di Aosta Luca Ceccanti, sarebbe “un classico femminicidio, determinato da un movente di possesso e annullamento della vittima”.
La ragazza era stata ritrovata priva di vita venerdì 5 aprile all’interno di una chiesa sconsacrata nel villaggio abbandonato di Equilivaz, nei pressi di La Salle in Valle d’Aosta. L’assassinio, quindi, non sarebbe stato il frutto di un raptus improvviso, nel corso di un litigio scoppiato per futili motivi, come gli inquirenti avevano inizialmente ipotizzato.
Infatti, alla base dell'omicidio, che ha portato nella serata di mercoledì 10 aprile all’arresto di T.S., un 21enne nato in Italia ma di origini egiziane, rintracciato dalla gendarmeria francese a Lione, ci sarebbe il rapporto malato di quest’ultimo con la ragazza. Il delitto sarebbe quindi stato premeditato e commesso dal giovane tra il 26 e il 27 marzo.
Ci sarebbero ‘gravi indizi di premeditazione’ del delitto a carico del giovane fermato a Lione
Il caso sarebbe stato risolto in pochi giorni “grazie all’incrocio di dati”: gli inquirenti hanno prima cercato di identificare la ragazza uccisa, individuandone gli spostamenti nel territorio nazionale e nell’area in cui il corpo è stato rinvenuto.
Una volta che si è riusciti a dare un nome alla vittima, come ha spiegato il pm Manlio D’Ambrosi che coordina le indagini sul delitto, si è cercato di rintracciare anche il giovane che, secondo diverse testimonianze, era insieme alla 22enne trovata priva di vita nel rudere della chiesetta. Il magistrato ha elogiato in particolare il lavoro dei carabinieri, che in breve tempo sono riusciti a capire chi fosse e a rintracciarlo in Francia.
Il magistrato ha anche aggiunto che a carico del 21enne ci sarebbero “gravi indizi di premeditazione”.
Il 21enne era ricercato in Francia per non aver rispettato il divieto di avvicinamento alla vittima
Nelle scorse ore si è scoperto che il ragazzo accusato del delitto era già ricercato da giorni in Francia per “violazione del controllo giudiziario”, perché non aveva rispettato la misura del divieto di avvicinamento alla 22enne, dovuta alle precedenti violenze subite dalla vittima.
Il giovane da tempo abitava in Francia, dove era stato indagato per i maltrattamenti nei confronti dell’amica, che viveva a Saint-Priest, nei pressi di Lione. Il processo sulla vicenda sarebbe dovuto iniziare il 3 maggio.
L’allontanamento era stato deciso dall’autorità giudiziaria lo scorso gennaio, per fare in modo che la vittima non fosse spinta a ritirare la denuncia di violenza domestica e minacce. Qualche giorno prima del delitto, i due sono entrati insieme in Valle d’Aosta dal traforo del Monte Bianco: la polizia italiana ha quindi avvertito la procura di Grenoble, che subito ha aperto un fascicolo contro il giovane con l'accusa di non aver rispettato la misura cautelare. Ora anche la magistratura francese indaga il 21enne per l’omicidio.
Prima del delitto la coppia si è spostata nella zona utilizzando i mezzi pubblici
Secondo le testimonianze, i due ragazzi si sarebbero spostati nella zona utilizzando i mezzi pubblici: non ci sarebbe stato nessun furgone bordeaux, come era sembrato inizialmente.
Diversi abitanti del luogo avrebbero parlato con il 21enne, che chiedeva informazioni per raggiungere la boscaglia sopra la Salle dove si trova il villaggio in rovina di Equilivaz, che ospita la chiesa abbandonata in cui è stato ritrovato da alcuni escursionisti il corpo della vittima. La giovane sarebbe stata colpita da diverse coltellate al collo e all’addome, che hanno provocato l’emorragia per cui è morta dissanguata. Secondo le ultime analisi, il delitto sarebbe stato compiuto con ogni probabilità all’interno dell’edificio diroccato, dove le forze dell’ordine non hanno trovato nessuna traccia dell’arma utilizzata.