La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato difensore di Chiara Petrolini, Nicola Tria, annullando con rinvio l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Bologna che disponeva la custodia cautelare in carcere. La giovane presidente in provincia di Parma - arrestata il 20 settembre scorso - è accusata di duplice omicidio e soppressione dei cadaveri dei suoi neonati, partoriti tra il 2023 e il 2024. L'imputata resterà agli arresti domiciliari in attesa di un nuovo giudizio da parte del tribunale del riesame.
Le accuse a carico della giovane
Le accuse per la giovane sono estremamente gravi: avrebbe nascosto due gravidanze, nel 2023 e nel 2024, e dopo aver partorito in segreto avrebbe ucciso entrambi i neonati e seppellito i loro corpi nel giardino di casa della sua famiglia, situata a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. Petrolini è stata poi arrestata il 20 settembre 2024.
Il Tribunale del Riesame di Bologna dovrà ora nuovamente esaminare la misura cautelare da applicare alla ragazza, tenendo conto delle indicazioni della Cassazione. Nel frattempo, pertanto, la giovane rimane agli arresti domiciliari, in attesa delle decisioni giudiziarie.
Una ricostruzione sull'indagine
Le indagini su questo fatto di cronaca, in questi mesi, hanno visto gli inquirenti provare a ricostruire gli avvenimenti accaduti dal 12 maggio 2023, ossia quando è nato il primo dei due bambini seppelliti.
Il secondo bambino era nato vivo nella notte fra il 6 e il 7 agosto 2024 e morto per dissanguamento: quando è stato ritrovato il suo corpo, la giovane era in vacanza negli Stati Uniti con la famiglia.
Dalle indagini è emersa l'assenza di documentazione medica sulle gravidanze di Petrolini, ma anche la mancanza di certificati di nascita e il totale silenzio su eventuali controlli ginecologici hanno insospettito gli inquirenti.
Un altro elemento importante è stato il ritrovamento di tracce biologiche nella casa della giovane e nel giardino dell'abitazione, compatibili con la presenza di neonati.
Gli investigatori hanno inoltre analizzato le comunicazioni della ragazza, tra cui messaggi sui social e scambi con conoscenti.
Alcuni di questi contenuti, secondo le fonti investigative, potrebbero suggerire che la giovane fosse in difficoltà nel gestire le sue gravidanze, senza però che emergano prove definitive sul coinvolgimento di altre persone.