A Roma si dice che la carbonaral'abbiano inventata gli Alleati. Erano sbarcati a Ostia dopo la Liberazione e, tutti marinai di colore, si erano precipitati affamati in un'osteria: “Oste, vogliamo mangiare”. Ai militari, da dietro il bancone, fu risposto: "È appena finita la guerra, in credenza non c'è più niente, è rimasta solo della pasta, 3 uova e un po' di pancetta". I marinai di colore si guardarono in faccia e dissero: “Oste vatti a sedere tra gli avventori e lascia fare a noi”. Prepararono il sugo, una sorta di eggs and bacon, e lo servirono a tutti.Una volta sazi, ai cuochi improvvisati vennero fatti i complimenti: “E bravi i nostri carbonari”.

E da quel momento la ricetta divenne una tradizione italiana.

Di fronte alla provocazione francese del "Carbonara Gate",cominciato con la diffusione della video-ricetta delle farfalle (sembra proprio della Barilla) alla carbonara con panna, pancetta, e la pasta cotta assieme agli ingredienti, c'è stata la seguente reazione: "La Francia ha snaturato la Carbonara" riferisce Lorelei Negro a "Le Parisièn". Per un attimo, la querelle sulla pastasciutta sembrava aver fatto vacillare l'amicizia franco-italiana che dura dal dopoguerra.

I francesi sono esperti in queste dispute sulla superiorità di parte: dalla "querelle des Anciens et des Modernes" fino alla "querelle des femmès".A bocce ferme Marco Sacco, chef 2 stelle Michelin che, con la Carbonara au Koqueha conquistato ristoranti italiani in Corea e Cina, ha spiegato: "In cucina devono convivere la tutela della tradizione e la voglia di innovare e sperimentare”.

Uno chef stellato che rispetta i "maitrés cuisiniers" francesi e i loro storici ricettari.

Proseguendo nella sua riflessione, Sacco ha aggiunto: "Se i cuochi si limitassero a ripetere passivamente le ricette della tradizione, niente di nuovo si potrebbe assaggiare. Come nell'arte, senza l'espressionismo e il cubismo, saremmo ancora fermi ai paesaggi e ai ritratti del Settecento".

La carbonara di Sacco, patron del Piccolo Lagoa Verbania, non distante da Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo, ha sostituito il guanciale con il prosciutto di Vigezzo e i bucatini con i piemontesissimi tagliolini.

Tra medicina e letteratura

Ieri, 16 aprile, a Stupinigi è continuato con "Il linguaggio del cibo: i media e l’informazione sugli alimenti e l'alimentazione" l'evento "Una salute da Re e Regine",con gli esperti Marco Maria Mariani, Antonio Zuliani e Giancarlo Belluzzi.

Si tratta di un ciclo di incontri promosso dall'Associazione dei medici di Cremona in collaborazione con"Regine & Re di Cuochi", perconiugare l’eccellenza dell’alta cucina italiana con la salute. Nelle cucine reali della Palazzina di Cacciaè visitabile anche una mostra sull'alta cucina italiana contemporanea, e si tengono eventi multidisciplinari per favorire il dialogo fra diversi tipi di creazione artistica.

Sabato prossimo sarà la volta de "i cambiamenti nelle scelte alimentari e nutrizionali" conIl cibo del futuro, tra fantasia e realtà. Già oggi,invece, si terrà "Gusto di leggere" sulla piazza di Castelnuovo Don Bosco, paese collinare all'inizio dell'astigiano che ha dato i natali al Santo degli oratori.

Nella terradel prete che aiutava i giovanitocca al "Gusto di leggere" organizzato dalla Neos edizioni, all'interno della rassegna culturale e gastronomica"Golosaria in Monferrato".Verranno presentatil'antologia “Chieri, freisa e rubatà” curata da Riccardo Marchina e "Ultima cena al Mac Pi" di Giovanni Casalegno. Una ventina di racconti che parlano di vino e di grissini, e un romanzo ispirato al cibo dell'autore di Moncucco Torinese, dove c'è l'ottima Trattoria del Freisa .