Nato nel 1962, dalla mente delle due sorelle Giussani, Angela e Luciana, Diabolik è forse uno delle poche "produzioni proprie" della quale l'Italia può vantarsi, oltre ad essere l'eroe dell'infanzia ( e non solo) di molti di noi. Ladro in calzamaglia nera, senza identità e con pochi ricordi del suo passato, Diabolik è un eroe contro corrente e con una moralità tutta sua.

Per anni, la psiche e il modo di fare dell'eroe dai mille volti, ha subito un processo di evoluzione, trasformandolo dallo spietato assassino dei primi albi, a ladro dai mille trucchi, che non versa una goccia di sangue a meno che non sia obbligato.

Freddo come l'acciaio e spesso ambiguo, Diabolik in più di un albo, ha sottolineato il suo disinteresse verso "il sociale", ammonendo la sua compagna Eva Kant con frasi del tipo "non sono cose che ci riguardano", quando questa si è dimostrata particolarmente sensibile verso problemi come il maltrattamento delle donne, ma mai si è tirato indietro quando si trattava di fare giustizia. 

Insomma, un uomo amante delle sfide, bello, affascinante e, con un senso tutto suo della giustizia. Particolare non da poco, per quanto riguarda la costruzione di uno dei personaggi che ha fatto la storia del fumetto, è l'amore incondizionato per la sua donna. Nonostante in alcuni dei suoi colpi, grazie alle sue maschere, si fosse trovato a prendere il posto di uomini dalle mogli bellissime, Diabolik è sempre stato fedele alla sua Eva, legati da un amore che nei 50 anni di vita del fumetto, ha superato migliaia di prove, anche durissime.

E adesso? Adesso l'Astorina, la casa editrice che da sempre cura la stampa dell'albo, decide di dare il via ad un esperimento, e crea DK. Gemello cattivo del noto eroe in calzamaglia, DK è esteticamente uguale a Diabolik, fatta eccezione per una cicatrice sul ciglio destro, creata apposta per destare la curiosità del lettore.

Spietato, cattivo e senza un briciolo di moralità, ( stando a quello che è possibile vedere dalla lettura del primo albo) DK ha come unico obiettivo nella vita le sfide, nulla di più.

Com'è possibile leggere nell'introduzione del numero a colori dal titolo " DK io non so chi sono",  l'Astorina tende a sottolineare che DK non è Diabolik, ma un nuovo personaggio che si muove sulla sua falsa riga.

Il lettore affezionato che si accinge ad acquistare tale albo, stia infatti ben attento, in quanto si troverà di fronte una realtà alla quale non è per nulla abituato e che forse non piacerà. 

A mutare infatti non è soltanto l'aspetto grafico, viene utilizzato  il modello dei fumetti americani, ma tutta la storia e il ruolo dei personaggi. Per prima cosa, DK non guida la solita Jaguar E-Type,ma il remake di quest'ultima, la  F-Type, e fin qui va bene, in quanto l'auto per trucchi e cose simili, istallate dall'eroe, resta immutata, la cosa che proprio non va è il nuovo ruolo dato ad Eva Kant. 

Bisogna precisare che gli sceneggiatori hanno volontariamente evitato di chiamare per nome i personaggi, questi infatti vengono indicati utilizzando il ruolo che ricoprono nel fumetto (ispettore, ladro e così via), ma la grafica resta uguale.

Quindi, sentir parlare di un giudice e, vedere entrare Eva Kant, nel ruolo di una fanatica membra di una setta di giustizieri, è una cosa che fa accapponare la pelle.

L'unico a rivestire ancora il ruolo datogli dalle sorelle Giussani è l'ispettore Ginko. Anche in questo nuovo fumetto, l'ispettore è il primo ad accorgersi dell'esistenza del re del terrore. Anche il loro primo incontro non è stato immune a rivisitazioni, diventando una sorta di remake in stile The Avengers.

Insomma, il nuovo albo di Diabolik, anzi, di DK, non sembra riscuotere molto successo. Meno male che l'Astorina continua a rilasciare dichiarazioni sul sicuro proseguo delle avventure classiche.