Tra spread e btp, mercificazione dell'arte, consumismo esasperato e nichilismo sempre in agguato, non sembra esserci più posto per la bellezza nella nostra vita. Che dire poi della religione che per secoli è stata maestra di bellezza e che oggigiorno, invece, sembra preferire piuttosto l'impegno sociale e i momenti ricreativi; tra schitarrate e «citrulli - scrive Buttafuoco sul «Foglio» - che nell'alleluja fanno mostra di svitare le lampadine». Ma la fede non può prescindere dalla bellezza, e non è un caso che la sua scoperta talora costituisca motivo di conversione: è quanto sembra essere accaduto, a cavallo tra Ottocento e Novecento, allo scrittore ed apologeta cattolico G.
K. Chesterton. La sua prima raccolta saggistica, infatti, si pone in limine alla sua conversione al cattolicesimo e si configura appunto come difesa «di ciò che c'è di bello nel brutto del mondo». Il volume intitolato The Defendant ovvero «L'Imputato», edito per la prima volta nel 1901 e solo di recente tradotto e pubblicato per i tipi di Lindau, è costituito da una serie di articoli, apparsi sul settimanale «The Speaker», improntati altresì alla «difesa di ciò che agli occhi della mentalità dominante poteva sembrare indifendibile».
L'umanità ormai abituata a «buttare l'oro nei canali di scolo» e «i diamanti nel mare», presa dagli affanni della modernità, ieri come oggi, è pronta a dire «che le foglie verdi di un albero sono un po' meno verdi di quanto non siano» o che «la neve di Natale» è un po' meno bianca di quanto non sia.
Ma sono appunto quegli aspetti dell'esistenza talora irrilevanti che devono destare stupore, meraviglia. Perciò l'uomo allora non può non «difendere queste e altre cose». Chesterton dunque, nei panni di un «avvocato difensore», ci conduce alla scoperta di alcune tra le tante sfaccettature che compongono la realtà che solitamente siamo portati a sottovalutate o non considerare affatto.
Ecco che la raccolta si apre con la difesa del nonsense, cui seguono quelle dei romanzetti da due soldi, degli scheletri, dell'araldica, del culto dei bambini, del patriottismo e così via…Insomma, per dirla con Palazzeschi: «Anche in un fazzoletto da naso può esserci un firmamento, basta sapercelo vedere».
La lezione di Chesterton, scevra da ogni «incrostazione ideologica», a più di 110 anni dalla prima edizione di «questo libro - scrive il curatore dell'edizione italiana - non ha perso nulla della sua freschezza, della sua formazione umoristica basata su il paradosso, della sua saggezza, e tantomeno della sua importanza». Non si può che essere d'accordo.