Grande successo in patria per il film che Mike Leigh, cineasta britannico premiato nel 2004 con il Leone d'Oro a Venezia per Il segreto di Vera Drake, ha dedicato alla figura del grande pittore romantico William Turner, anticipatore dell'impressionismo e 'maestro' di Monet che ne ammirava profondamente le qualità tecniche e ne studiò con attenzione i dipinti. E se le opere del pittore e incisore londinese nato nel 1775 si distinsero per le pennellate impetuose, la rappresentazione emotiva delle manifestazioni naturali più estreme (tempeste, incendi, violente piogge, cupe e dense nebbie), i giochi di luce soverchianti rispetto alla dimensione plastica degli oggetti raffigurati, la sua vita non fu per niente simile alla forza febbrile dei suoi quadri, né appassionata, né luminosa, ma in qualche modo trascinata nella routine e chiusa al mondo.

Il Turner di Mike Leigh, colto negli ultimi faticosi 25 anni della sua vita, è un uomo sì serio e professionale nel suo lavoro, ma altresì difficile nel privato. Ha avuto due figlie mai riconosciute da una donna (Sarah), che mantiene malvolentieri, tratta la donna che lo accudisce amorevolmente (Hannah) come una serva, si sollazza frequentando giovani prostitute nei bordelli cui dedica schizzi improvvisati su un taccuino, ha un umorismo feroce e libero, un temperamento indisciplinato e quasi anarchico, insospettabilmente 'politically uncorrect', talvolta stridente con la pruderie vittoriana. Il vecchio Turner, sul finir del giorno, nella fase declinante della sua carriera, è, dunque, un burbero signore che va a letto vestito e ha smarrito ogni interesse per gli esseri umani.

Tra tutti forse solo uno ama veramente, il padre ex barbiere, rimasto vedovo di una moglie, la mamma di Turner, morta pazza, un uomo buono che segue ancora amorevolmente il figlio, benché questo sia oramai un 'omone' più che cresciuto.

Il biopic di Turner è, così, una storia semplice, ma ben realizzata, ricostruita sapientemente nelle ambientazioni e nei costumi, sorretta dal grande gusto interpretativo di Timothy Spall, l'attore scelto per incarnare il genio scomposto del pittore inglese: un'interpretazione che gli è valsa un premio allo scorso festival di Cannes.