Il film L'amore bugiardo , 'Gone girl' in America, va visto. Il regista è David Fincher, autore di film come Alien 3 (1992), Fight Club (1999), Zodiac (2007), Il curioso caso di Benjamin Button (2008), ma soprattutto The social Network (2010) e Millenium Uomini che odiano le donne (2012). Va visto perchè al di là della visione cupa e contorta che mostra di avere il regista sulla natura umana, quello che ci mostra, e questo è assolutamente veritiero, è il legame matrimoniale con tutti i suoi pericoli, in particolare quelli di un predominio del più forte sul più debole.
Ma chi è il più debole in una coppia, l'uomo o la donna? In una società fortemente maschilista di primo acchito verrebbe da dire che il più forte è l'uomo, e la donna soccombe, soprattutto quando perde il suo sex appeal. In verità se l'uomo si trova ad imbattersi in un tipino come Amy (interpretata da Rosamund Pike) le carte si rovesciano e il thriller si dispiega in tutto il suo impeto. E' un thriller psicologico quello che Fincher costruisce sulla trama del romanzo di Gillian Flynn, bestseller mondiale, ma è anche un'analisi spietata della tremenda pressione che i media esercitano nella società americana, e come, in casi drammatici, il potere di un anchorman sia pari a quello di uno spietato tiranno.
La storia è quella di una coppia, Amy e Nick, che per vicissitudini di lavoro si trasferisce in provincia, compra un bar e vive apparentemente felice. Ma questo è solo nell'apparenza, ed il fatto che spezza il velo delle apparenze è l'improvvisa scomparsa di Amy, con un atto di violenza in casa.
Si reperiscono tracce di sangue sui mobili, un tavolo rovesciato e fatto a pezzi, un po' di disordine e, per Amy, il nulla.
Le ricerche partono velocemente, e man mano che la matassa si dipana affiorano particolari sempre più inquietanti, e proprio come nella caccia al tesoro che la perfida moglie ha messo in piedi, compaiono risvolti inediti che fuorviano le indagini, partite ovviamente dall'assunto che il vero colpevole fosse lui, il bel marito Nick, invaghitosi di una ventenne.
Il film rimarrà famoso nella storia del Cinema per la scena di sesso più sanguinaria che sia mai stata concepita, e il quadro della società americana che Fincher dipinge, tra stereotipi, pressione dei media, gioco delle apparenze, miti di esaltazione della bellezza della famiglia, è a dir poco agghiacciante. Ma certo negli spettatori rimane la certezza che la famiglia umana, nata dall'amore dei due coniugi, rischi di trasformarsi a lungo andare in un campo di battaglia dove si scontrano i due protagonisti. Chi vincerà? Nel film vince, ma solo alla fine una Amy, che però ha perso i connotati umani e si è trasformata in uno zombie. Forse, sembra dirci Fincher, questo è il pericolo che tutti noi corriamo, se dimentichiamo di rimanere 'uomini'.