Che sia stato il più grande ritrattista della Belle Epoque lo sanno tutti, più grande dello stesso Corcos, con una bravura pari alla sua fortuna. Ma il successo dei suoi quadri è davvero strepitoso e dopo il periodo fiorentino sotto l'influenza dei Macchiaioli, che nella mostra è ben rappresentato, la meteora del ritrattista più famoso delle dame della nobiltà e dell'alta borghesia internazionale subito si propaga nell'Europa di fine secolo. 

La mostra, che chiuderà i battenti il 14 giugno, per questo suo carattere onnicomprensivo dell'opera dell'artista, ha il pregio di mostrarci non solo i suoi oli, ma anche la ricca sezione dei disegni e degli acquerelli.

Ovviamente le dame della buona borghesia non potendo permettersi un ritratto ad olio si accontentavano anche di un ritratto a matita o ad acquerello e come dice Ardengo Soffici ' c'è un lampo di vita fuggevole da occhi apparsi al volo ed egli l'esprime con un fregio, in uno svolazzo, in un fuoco...'  

Boldini: accanto agli oli anche disegni ed acquerelli 

Ecco, quel fuoco, quello svolazzo, quel fregio, lo ritroviamo anche nei suoi disegni e immancabile, anche nei suoi acquerelli e il genio dell'artista affiora in ogni opera con quello sguardo da esteta capace di esaltare in uno sfolgorio di immagini gli occhi lucenti e desiderosi di brillare di ogni creatura femminile su cui si sia posato l'occhio dell'artista.

La mostra in ritratti come 'La divina in blu' (1905-1906) lo prova ampiamente.

Geniale la mano di un artista che è capace di immortalare bellezze di ogni estrazione, abile nel ritrarre nei disegni quei cappellini arzigogolati che la moda Liberty imponeva, o nel rappresentare un volto coperto in parte dalle larghe falde dei copricapo dell'epoca.

E il mito di una Venere trionfante e seducente si ripete e si immortala tra le sue mani, così che questa mostra, che ormai volge al termine, sembra quasi suggellare per sempre lo sguardo del suo artista e consegnarlo ai visitatori in tutta la pienezza della sua flessibile genialità.

Un pittore esteta potremmo definirlo, certamente, ma questo rientrava nei codici stilistici dell'epoca, e le donne rimangono, anche se agli inizi della modernità, un cardine indiscusso di tessuti sociali in profonda trasformazione.

Da vedere anche quella 'Giovane Signora in abito elegante' ( 1873-1875) come una lunga serie di opere tutte stupendamente riuscite per chiederci ancora quanto grande fosse l'abilità dell'artista nel fissare sulla tela il momento fugace. La mostra chiuderà i battenti fra una settimana ma certamente non potremo non portare negli occhi quel lampo di vita fuggevole da occhi apparsi al volo...., ripetendo le parole di Ardengo Soffici, che corre come un filo rosso in tutti le sue opere.