“L’essenziale è invisibile agli occhi” è una delle frasi più celebri del successo letterario francese Il Piccolo Principescritto da Antoine de Saint-Exupery [VIDEO]. Quest’anno le pagine che hanno fatto sognare e crescere numerose generazioni dagli anni ’40 ad oggi hanno ispirato il film diretto da Mark Osborne, che insieme al produttore Dimitri Rassam ha presentato il film al Festival del Cinema di Roma. Dopo aver diretto il successo Kung Fu Panda, Osborne si misura nuovamente con l’animazione in una veste più poetica ed emotiva per il film atteso nelle sale italiane il 1° Gennaio 2016.

Una bambina molto matura si trasferisce insieme alla madre in una nuova casa vicina alla bizzarra residenza di un vecchio eccentrico aviatore. Quest’ultimo le mostra i suoi disegni e le fa leggere la curiosa ed enigmatica storia di un piccolo principe che vive in un mondo lontano. Molto tempo prima l'aviatore era infatti precipitato in un deserto e aveva incontrato questo originale bambino giunto da un altro pianeta. L'aviatore e la bambina affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della quale la bambina imparerà ad usare la sua immaginazione e a ritrovare la sua infanzia. Ecco cosa hanno raccontato a Blasting News il regista e il produttore del film ospiti aRoma.

Cosa ha messo di suo nella storia letteraria per renderla moderna?

Questo film sembra più classico rispetto ai prodotti Pixar, secondo lei a che pubblico si rivolge?

Mark Osborne: Sì, io affronto ogni progetto come una nuova opportunità. Mi ha toccato molto il libro e ho voluto creare una storia ed un’esperienza cinematografica che corrispondesse di più alle emozioni del libro e una grande ispirazione viene dai film di Miyazaki, per la loro rappresentazione lirica come Il mio amico Totoro.

Ognuno ha un rapporto personale con questo libro? Il suo qual è? E cosa l’ ha spaventata nell’affrontare questo film?

Dimitri Rassam:Otto anni fa è emersa la possibilità di fare un film, ma il libro non è fatto per il grande schermo, è fragile e la sua struttura poetica non è pensata per il cinema. Mark (Osborne) voleva proteggere il libro e offrire una convincente rappresentazione cinematografica.

Mark Osborne: Ogni età ci trova qualcosa di diverso e volevo che anche il film funzionasse in modo diverso per diverse età. I nonni ci portano i nipoti ed è molto bello. Credo possa piacere a tutti, io faccio film non per i bambini ma per gli esseri umani.

E’ interessante il suo modo di attualizzare Il Piccolo Principecon un doppio disegno. Sembra che ilPrincipe e l’aviatore siano come dei Messia mandati per salvare il pianeta e i bambini ai quali viene tolta l’infanzia. Cosa ne pensa?

Mark Osborne: Abbiamo cercato di creare un mondo universale fuori dal tempo come il libro. L’idea di come la mamma tratta la bambina viene dalle prime pagine del libro quando l’aviatore è piccolo e gli dicono di smettere di disegnare e crescere.

Ai bambini si ordina di crescere sempre troppo rapidamente. Ho preso i temi del libro che hanno una risonanza nel tempo per creare qualcosa che fosse un’estensione del libro.

L’animazione tridimensionale mista alla stop motion. Come ha lavorato con questa doppia tecnica e qual è il materiale usato?

Mark Osborne:La stop motion e qualcosa che desse la sensazione della carta, di qualcosa di molto delicato così da sentire la differenza tra il mondo adulto freddo e il calore nella tecnica a mano della stop motion per i ricordi di infanzia, qualcosa che creasse un ponte tra la realtà del film e l’immaginario del libro.

Come ha scelto le parti del libro da inserire nel film? Ci siano diversi omaggi al cinema?

Mark Osborne: Nell’animazione seguiamo sempre riferimenti per ispirarci, siamo tutti cinefili nel mondo dell’animazione. La storia più ampia con la bambina è stata creata per proteggere il libro, una storia solo sul libro farebbe del male al materiale originale. Il libro ti chiede di entrare nell’esperienza. Volevo che il film fosse un dialogo con il pubblico.