Mentre l’ex Pink Floyd Roger Waters continua a fare record di incassi al cinema con “The Wall” - la mastodontica opera rock del gruppo inglese, che dopo 36 anni dalla sua uscita suscita ancora entusiasmo in tutto il mondo - al Teatro di Milano va di scena la tribute band Anderson Council, che sabato 31 ottobre, alle ore 21, interpreterà i brani di un album entrato nella storia della musica.
Il concerto rientra nell’ambito di una rassegna dedicata alle tribute band con in calendario, tra l’altro, anche musiche di Genesis, The Police, Beatles, Queen, Doors, Spandau Ballet, Kate Bush, Marillion.In quest’ambito gli Anderson Council hanno un ruolo da protagonisti perché si esibiranno anche ad aprile, quando eseguiranno un altro album immortale: “The dark side of the moon”, tra i più venduti della storia della musica.
Il muro di Pink
Ma andiamo con ordine: con “The Wall” gli Anderson Council (nome che rappresenta i cognomi dei due bluesman della Georgia a cui Waters e soci si ispirarono per decidere come chiamare la band: Pink Anderson e Floyd Council) si cimentano con un lavoro ambizioso e difficile con al centro la storia di Pink, che costruisce intorno a sé un muro di incomunicabilità, mattone su mattone. Solo alla fine dell’album il protagonista viene processato e condannato a superare le sue paure con l’abbattimento del muro.
La storia di Pink non è autobiografica, ma di sicuro si può ritrovare molto della personalità – difficile e geniale – di Waters. A cominciare dalla perdita – questa sì, purtroppo, reale – del padre in guerra, che ha fatto diventare “The Wall” un’opera che si scaglia con forza contro l’assurdità dei conflitti bellici, capaci solo di seminare morte e disperazione.
Ma “The Wall” è anche un’opera musicalmente complessa, e per gli Anderson Council sarà una sfida impegnativa replicare, ad esempio, l’assolo da brividi di David Gilmour alla fine del capolavoro “Comfortably Numb”.
Di sicuro, la serata al Teatro di Milano sarà per tutti gli appassionati dei Pink Floyd – uno dei pochi gruppi dell’Olimpo del rock capaci di attraversare diverse generazioni con lo stesso successo – un’occasione per rivivere le emozioni (e perché no, anche le inquietudini) che un album come “The Wall” suscita sempre in chi lo ascolta.