Il 6 ottobre èuscito nelle sale The program, la vera storia di Lance Armstrong, l’icona del Ciclismo che ha ingannato il mondo intero. Il film, diretto da Sthephen Frears, si ispira al romanzo Seven deadly sins: My pursuit of Lance Armstrong di David Walsh, giornalista del Sunday che ha scoperto la verità sul campione malato di cancro, 7 volte vincitore del Tour de France, imbrogliando. Il regista ricostruisce il ciclismo di quegli anni, arricchendolo di dettagli capaci di catapultare gli spettatori all’interno di questo mondo sportivo. E li proietta nella vita del protagonista, alle prese con un ricercato programma di doping elaborato dal dottor Ferrari.
Il film è scorrevole, merito anche dell’ottima sceneggiatura di John Hodge, e di Ben Foster, assai credibile nei panni dell’atleta. La narrazione affronta temi universali quali la verità e la menzogna, inquadrandoli nella società di allora, in fondo non così diversa da quella in cui viviamo oggi: una società basata sull’apparenza, dove i media sono alle prese con la costruzione di una celebrità che porti loro profitto. Armstrong ha voluto vincere a tutti i costi e l’unico modo per riuscirci è stato doparsi: con questo film il regista si scaglia contro il fenomeno culturale del doping, assai diffuso nel ciclismo di quegli anni.
Una vita di vittorie e bugie tra Tour de France e doping
La carriera sportiva di Armstrong comincia negli anni ‘90.
Presto, però, l'atleta si trova a fare i conti con un male che lo segna nel profondo: il cancro. Tumore che sconfigge nel 1998, divenendo testimonial per la lottacontro questa malattia. Ritorna alle gare ciclistiche nel 2008. Ma già da anni circolano voci su un suo possibile coinvolgimento nelle pratiche di doping. Sono tanti i sospetti contro di lui.
Tra questi le inchieste avanzate da David Walsh del Sunday e Pierre Ballester dell’Equipe, e il suo coinvolgimento col medico Michele Ferrari, accusato di frode sportiva e doping. Il cerchio si stringe. Il 24 agosto 2012 l’USADA (United State Anti-Doping Agency) decide di squalificare a vita il ciclista texano, privandolo di tutti i risultati sportivi conseguiti.
Decisione a cui l’atleta non si oppone. Un anno dopo, in un’intervista rilasciata a Oprah Winfrey, Armstrong confessa di aver fatto uso di sostanze stupefacenti durante i 7 Tour de France, e prima che gli fosse diagnosticato il tumore.
Ècosì che si conclude la vicenda sportiva di un ciclista di fama mondiale. Un personaggio costruito dai mass media che, per uno strano scherzo del destino, finisce con l’essere smascherato dai media stessi.