Ancora una volta trionfa il caso nel Cinema dell'ottantenne demiurgo dell'umorismo amaro e spassoso di Woody Allenche arricchisce il suo background di accettazione della parte irrazionale ma pericolosa dell'uomo e il suo versante noir-filosofico riflettendo sulle spinose di delitto e castigo, nella pellicola "Irrational man", uscita il 16 dicembre scorso e già accolta in maniera controversa durante lo scorso Festival di Cannes. Il film, sebbene possa contare su un cast di livello, in cui figurano gli attori Joaquin Phoenix ed Emma Stone, ripete gli spunti utilizzati in passato da Allen rendendo la trama a tratti sonnacchiosa, ma le riproposizioni sono più organiche.

Woody Allen non rinuncia a sofisticati giochi paradossali, ad eleganza a raffinatezza, né tantomento a valutazioni morali, per raccontare quella che inizialmente appare come una bizzarra storia sentimentale di un uomo che fatica a vivere, ma che poi imboccherà la strada del thriller.

Trama e analisi del film

Protagonista maschile della pellicola è Abe Lucas (interpretato da uno straordinario Phoenix che vediamo appesantito e imbruttito), professore di filosofia con fama da seduttore, che ormai non prova più nessun stimolo nei confronti della vita. Si trasferisce in una cittadina del Rhode Island per insegnare la propria materia all'Università dove incontra una collega disillusa che vuole attirarlo a sé per chiudere definitivamente con il passato e con un matrimonio fallito e la migliore studentessa del corso (Emma Stone) che si invaghisce di lui.

Un giorno Abe e la brillante studentessa di nome Jill ascoltano per caso le disperate parole di una madre cui è stata tolta la tutela del figlio da parte di un giudice cinico e senza cuore; è proprio in questo momento che scatta qualcosa nel professore, il quale si rende conto che finalmente può dare un senso alla propria esistenza.

Allen fa del depresso e cupo Lucas un uomo fascinoso ed irresistibile per le donne, non il classico "sfigato" respingente; tuttavia la sua impotenza psichica e occasionalmente, anche fisiologica, fa parte di un registro freudiano di un Allen minore che continua a testimoniare "la morte di Dio, di Marx e il suo malessere". Che fare per cercare di dare un senso alla vita?

Distrarsi. Lo stesso regista si distrae realizzando film, anche se non sono la sua priorità. Abe Lucas, il cui desiderio è quello di lasciare un segno nella vita, potrebbe consolarsi con le teorie di Kant e di Kierkegaard che spiega benissimo ai suoi studenti ma che purtroppo non riescono a essere aderenti alla realtà. Come in "Sogni e delitti" e "Match point", Woody Allen si focalizza sulla morte e sul male (si può progettare la morte di qualcuno a fin di "bene", quando ci si sente svuotati di qualsiasi interesse?), strizzando l'occhio a Sartre e alla Harendt; ma a differenza dei sopracitati film, in "Irrational man", complice la colonna sonora jazz del "Ramsey Lewis Trio", le azioni dei protagonisti sono alquanto meccaniche e manieristiche, salvate in parte da un finale sorprendente.

Allen si ripete ma probabilmente lo fa intenzionalmente, cercando dallo spettatore risposte diverse alle stesse questioni, togliendo valore salvifico all'amore e consentendo libero sfogo al caso.