Un'assemblea generale delle regge d'Europa a maggio proclamerà che la Venaria Reale, già splendida location per Renzi,tornata agli antichi splendori era ed è al livello di Versailles, Schonnbrun, di Madrid e di Londra. Lo ha annunciato la presidente del Consorzio della Reggia della Venaria, Paola Zini, mostrandouna dama di corte settecentesca, elegantissima, che dal Salone Reale letteralmente strizza l'occhio e invita sbarazzinamente a palazzo con questo slogan: "Fatevi la Corte". E' il logo di un 2016 che prevede anche tre grandi mostre: Dal Medioevo al Made in Italy come l'arte ha influenzato la bellezza dei manufatti italiani nel corso dei secoli,Anafora, mostra di arte contemporanea dell'artista Giuseppe Penone; Meraviglie degli zar, una rassegna sui capolavori dei Romanov.

Reggia richiama corte, regno e monarchia assoluta, parole chiave della storia moderna. Che i Savoia siano inseriti tra i Borbone, gli Asburgo, gli Stuarte gli Hannover è una grande conquista per una dinastia considerata minore. Eppure nel periodo considerato Vittorio Amedeo II da duca divenne re di un regno destinato a fare un secolo dopo l'Italia. Si sono spesi 280 miloni di euro di restauri perchè gliene fosse dato atto.

Il Settecento illuminato dei monarchi

Quello di inserire la Penisola nel concerto delle altre grandi nazioni europee è stato poi un problema difficile da risolvere di fronte al quale si è trovato Cavour stesso. Eppure l'architetto siciliano che ha progettato Torino capitale, Filippo Juvarra, è lo stesso che Filippo IV ha chiamato a Madrid per affidargli lo stesso compito.

Ogni reale aveva la sua personalità e il suo modo di intendere l'arte, ma tra Sei e Settecento si respirava una stessa atmosfera barocca che ogni nazione coniugava secondo la propria tradizione. In Francia si preparava con il libertinismo e l'illuminismo la Rivoluzione e Parigi era da secoli il crocevia politico ed amministrativo dell'Anciènt Regime con molti palazzi reali, tra i quali il Louvre e le Tuilèries.

Ma a Luigi XIV non bastavano e nella sua grandeur volle ampliare la defilata Versailles per farne un buen retiro dove riposarsi dalle continua guerre intraprese per la gloire e umiliare definitivamente gli Ausburgo di Vienna. Allo stesso modo Vittorio Amedeo II scelse, pur astenendosi da ogni gesto d'amicizia con la nemica Francia, diingrandire la Reggia di Venaria, così chiamata perché dedicata alle attività venatorie, come luogo dove ricevere re e imperatori in visita alla nuova capitale.

Non riuscì ad eguagliare Versailles in cui erano di casa prima Molière e poi Voltaire, amico di Caterina la Grandedi Russia. Del resto la capitale sabauda aveva la sua tipicità che si ispirava al gotico internazionale della corte di Borgogna che l'aveva sempre distinta dalle altre corti rinascimentali italiane,ma proprio il cerimoniale borgognone l'accomunava alle altre grandi corti europee, ricche di ciambellani, maestri cerimonie, gentiluomini di bocca e di camera.

Il clima all'estero però era più aperto alle nuove idee, basti pensare che a Schonnbrun c'era uno statista come il Principe Eugenio, prima di emigrare nel suo Belvedere e a Londra il re e le regine a Kensington e ad Hampton Court, gioielli del rinascimento inglese, anch'esso di ispirazione italiana, dovevano confrontarsi con un Parlamento.

Gli ottanta studiosi invitati verranno accolti a Venaria daPolissena d’Assia-Rheinfels, la tedeschina moglie nel 1724 di Carlo Emanuele III di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II, coleiche strizza l'occhio, davanti la quale già tutti aspirano a un selfie.