I Musei San Domenico di Forlì ospitano, dal 13 febbraio al 26 giugno 2016, la mostra "Piero della Francesca: indagine su un mito", un evento di grande portata per gli appassionati di Arte. Si tratta innanzitutto di un percorso espositivo imponente (200 opere articolate in tredici sezioni), che si pone l'obiettivo ambizioso di realizzare un confronto costante fra il grande pittore rinascimentale e numerosi altri artisti che a lui si ispirarono. Sarà dunque possibile ammirare, oltre a capolavori di Piero, opere di grande levatura di pittori a lui contemporanei, ma soprattutto di diversi esponenti delle correnti del tardo Ottocento e delle avanguardie del Novecento, periodi nei quali si assistette ad una vera e propria riscoperta della figura del maestro.

La mostra intende evidenziare la parabola altalenante della fortuna del maestro di Sansepolcro nel corso dei secoli: dall'esaltazione in vita (Luca Pacioli lo definì "il monarca della pittura"), a lunghi periodi di oblio (oscurato dalle figure di Michelangelo, Leonardo e Raffaello), fino alla rinascita del suo mito perpetrata da critici e artisti sul finire del diciannovesimo secolo, e soprattutto nel ventesimo. E'proprio in questi momenti che fu restituita a Piero la considerazione degna della portata rivoluzionaria della sua opera, e in questa sede l'intento è appunto quello di far emergere quanto l'influsso del grande pittore sia stato decisivo nello sviluppo dell'arte moderna.

Opere e artisti

Il quadro più famoso in mostra, vera e propria "guest star", è senz'altro la Madonna della Misericordia, lo scomparto centrale dell'omonimo polittico, che per la prima volta lascia i Musei Civici di Sansepolcro. Già in quest'opera è possibile riscontrare una caratteristica saliente dell'arte di Piero della Francesca, che tanto influenzò i pittori moderni; quella sorta di sospensione dell'atmosfera, di astrazione,resa possibile dalla pace e dalla compostezza emanata dai volti e dalle figure umane, protagonisti di un mondo governato dalla razionalità e dallo stretto connubio rinascimentale fra arte e scienza.

In questa sede, laMadonna di Piero viene per la prima volta accostata direttamente, e non solo teoricamente, alla Silvana Cenni del pittore novecentesco Felice Casorati, per ricordarci ancora quale sia lo scopo primario dell'esposizione.

Altre opere di Piero che per la prima volta lasciano la loro sede naturale sono la Madonna con il Bambino proveniente dall'Alana Collection (Delaware, USA), il San Gerolamo e un devoto, dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia, e la Sant'Apollonia della National Gallery of Art di Washington.

Come anticipato, in mostra sono esposti tantissimi altri artisti, a partire dai grandi pittori rinascimentali che furono importanti per la sua formazione (quali Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello, Andrea del Castagno), per proseguire con quelli a lui contemporanei che ebbero occasione di conoscere l'opera di Piero durante gli spostamenti di quest'ultimo per l'Italia (tra cui Francesco del Cossa, Melozzo da Forlì, Luca Signorelli, Giovanni Bellini e Antonello da Messina). Il nucleo più consistente di opere è comunque quello riconducibile ai pittori della seconda metà dell'Ottocento e del Novecento, che contribuirono a rinverdire il mito di Piero: dai Macchiaioli (Lega e Signorini), a Seurat e Signac, a Degas e Cezanne (evidente in questi ultimi l'importanza della prospettiva e delle geometrie, veri cavalli di battaglia di Piero), fino agli italiani Carrà, Casorati, de Chirico, Morandi, Funi, Sironi.

L'esposizione si conclude con le opere dei due artisti a noi più vicini presenti in mostra, il francese Balthus ("Sogno diuna notte di mezza estate)" e l'americano Edward Hopper ("Approaching a city" e "Manhattan Bridge Loop"), a suggellare l'intramontabilità del mito di Piero della Francesca, una volta restituitagli la rilevanza degna di uno dei padri del Rinascimento.