Mancano pochissimi giorni ad uno degli eventi più attesi dagli amanti del Cinema, la cerimonia di premiazione degli Academy Awards,comunementenoti come Oscar, giunti trionfalmente alla loro 88ma edizione: appuntamento per domenica 28 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles con Chris Rock, già presentatore undici anni fa.

Appena l'anno scorso uno scapigliato e irresistibile Sean Pean premiava il regista messicano Alejandro González Inárritu per il suo 'Birdman', black comedy visionario-satirica sulle nevrosi hollywoodiane, ed ecco che già ritroviamo il talentoso cineasta nuovamente nominato per 'The Revenant', epico corpo a corpo tra uomo e natura.

Sarà ancora lui a vincere il premio per la miglior regia? A competere per il titolo, Adam McKay ('La grande scommessa'), Lenny Abrahamson ('Room'), George Miller ('Mad Max: Fury Road') e Tom McCarthy, ma nessuno dei citati ha veramente speranze: Inárritu è un assoluto fuoriclasse. Poco combattuta anche la categoria per miglior attore protagonista. Quest'anno, lo dicono tutti, la statuetta dovrebbe finire finalmente tra le mani dell'anelante Leonardo Di Caprio, pretendente e perdente per eccellenza. La sua vittoria è data per certa, ma l'effetto sorpresa non risulterebbe affatto sgradito. Sanno il fatto loro anche Michael Fassbender (candidato per 'Steve Jobs') e Eddie Redmayne, quest'ultimo interprete superlativo di 'The Danish Girl', storia del primo transgender della storia ad affrontare l'intervento di riassegnazione sessuale.

Se Redmayne vincesse, porterebbe a casa il secondo Oscar consecutivo della sua carriera, dopo quello ottenuto l'anno scorso per 'La teoria del tutto'.

Il ritorno di Stallone

Nella categoria degli attori non protagonisti, figurano candidati del calibro di Christian Bale ('La grande scommessa'), Tom Hardy ('The Revenant'), Mark Ruffalo ('Spotlight'), Mark Rylance ('Il ponte delle spie') e Sylvester Stallone ('Creed'), quest'ultimo galvanizzato per la nomination ottenuta dopo molti anni desolati e beniamino degli scommettitori.

Più incerto l'esito delle nomination a miglior attrice non protagonista: a disputarsi la statuetta, la veterana Kate Winslet ('Steve Jobs'), tra l'altro sostenitrice accanita dell'ex partner cinematografico e amico di lunga data Leonardo Di Caprio, l'algida Rooney Mara, anima elegante del dramma saffico 'Carol', Rachel McAdams ('Spotlight'), Jennifer Jason Leigh ('The Hateful Eight') e la new entry (ma già avanti anni luce), Alicia Vikander, motore di 'The Danish Girl'.

Per la categoria di attrice protagonista, sono state nominate l'immancabile Cate Blanchett ('Carol'), la sempre trascurabileJennifer Lawrence ('Joy'), l'irlandesina dai liquidi occhi azzurri Saoirse Ronan, bravissima nel delicato 'Brooklyn', Brie Larson ('Room') e Charlotte Rampling ('45 anni'): pare che non ci siano dubbi sul fatto che il premio verrà assegnato alla Larson, ma una vittoria della Rampling, grande signora del cinema, entusiasmerebbe più d'uno.

'The Revenant' miglior film?

La categoria più nutrita è quella per miglior film, con ben otto nomination e 'The Revenant' in testa. Nessuno degli altri sette film può davvero insidiarlo. Più affascinante la sfida nella sezione dedicata ai film in lingua non inglese, con un confrontoserrato tra il libertario e vitalissimo 'Mustang', diretto da una giovane regista franco-turca, e il capolavoro ungherese 'Il figlio di Saul', di Laszlo Nemes.