Bisogna vedere il Caso Spotlight per capire di cosa sia stato capace il clero di Boston e come abbiano potuto agire indisturbati, grazie alla connivenza del cardinale di Boston, quei preti (nel 2001 erano 87) che hanno violentato un numero indescrivibile di bambini e hanno agito nel silenzio dal lontano 1974. Un trentennio di abusi e di oscenità nascoste all'interno delle scuole e nelle parrocchie, ancor più nefanda l'azione, e ingannevole, in quanto si mascheravano dietro una tonaca e dietro la facciata di educatori e amministratori dei sacramenti.

La trama del film

Il team di giornalisti sotto la sigla Spotlight, che lavora presso il Boston Globe guidato da un nuovo direttore, Marty Baron, che vuole riportare il giornale alle questioni scottanti della cronaca del momento, avrà il compito di indagare sui fatti di pedofilia del clero di Boston e smascherare la rete di coperture messe in atto dallo stesso cardinale. Tanto è il potere di cui gode la Chiesa Cattolica in America che si arriva, con la complicità di magistrati, a far sparire dagli archivi documenti relativi a processi e a transazioni a danno dei colpevoli dei reati.

Un film pulsante e nervoso, dove la narrazione entra nei meandri di vicende di ostacolo e di corruzione, atte a bloccare le indagini, dove l'occhio vigile della camera da presa entra nelle case delle vittime, almeno quelle che sono riuscite a sopravvivere, dove non si risparmia neanche di evidenziare l'ipocrisia dello stesso sistema giuridico, che sa, e provvede a transazioni facili, mantenendo la cortina di silenzio su tutto.

A capo di questo team di giornalisti investigativi vi è quell'attore straordinaro che è Micheal Keaton, già protagonista di film come Birdman (2014) e Batman (1989), con al suo seguito attori come Mark Ruffalo e Rachel McAdams.

Un film inchiesta di grande spessore, opera importante del regista Thomas Mc Carthy e con quattro nomination. Va ricordato che il Boston Globe ricevette a seguito di tale inchiesta, che al dunque portò allo scoperto ben 150 preti pedofili, il premio Pulitzer nel 2003.