Chi ama riflettere sui possibili sviluppi del nostro futuro e godere la visione di opere ispirate al pensiero di Jacques Attali,non può che visitare la mostra inaugurata a Milano il 23 Marzo dal titolo '2050. Breve storia del futuro'Attali è un economista di fama internazionale, famoso per il saggio uscito nel 2006 dal titolo 'Breve storia del futuro'. Ora, nel 2016 è uscita, più aggiornata, una seconda edizione dell'operapresso Fazi Editore.La mostra presenta 50 opere d'Arte contemporanea di 46 artisti tra i più grandi del mondo che rielaborano il pensiero del sociologo.

Curata da Charles Csuri e Masao Kohmura, e voluta dal Comune di Milano -Cultura, dalla Casa editrice Electa e dal Musees Royaux Des Belgique, sono presenti opere suddivise in otto sezioni che prendono ispirazione dalle cinque 'ondate per il futuro', secondo l'espressione usata da Attali, che segneranno la storia dei prossimi cinquant'anni.

Le opere più suggestive della mostra

Tra le opere più significative dell'esposizione vale la pena ricordare The Architecture of Empathy di John Isaacs, che nasconde la Pietà di Michelangelo sotto un velo funebre. L'opera è stata realizzata dopo gli attacchi dell'11 settembre e va considerata come la negazione della Pietà in un mondo che raggiunge livelli di distruzione e di abominio superiori, nella realtà, a qualunque forma di ipotesi prevedibile.

Rientra nella sezione intitolata 'Il declino dell'Impero Americano' e ovviamente è ispirata a questa fase.

Di grande suggestione il video presentato al Multimedia Art Museum Moscow dal titolo The Feast of Trimalchio di AES+F, dove viene rappresentata la vita in un villaggio di soli ricchi vezzeggiati e curati da uno stuolo di servitori giovani e capaci.

Le scene rappresentate, per la loro bellezza e singolarità, non possono non attirare l'attenzione dei visitatori, con immagini patinate e insieme foriere di tragedia. Va ricordato che Attali prevede un mondo sempre più diviso tra ricchi e poveri, dove le differenze sociali si faranno via via più drammatiche.

Altra sala di grande suggestione è quella in cui sono presenti le opere di Goncalo Mabunda, il quale ha, con le armi abbandonate nella terra del Monzabico, realizzato moschee, troni trionfali, sedie che riportano nomi come The Dream of a Better World.

Altro aspetto del pensiero di Attali sono infatti le guerre che porteranno morte e distruzione e attraverso le quali potenze avverse si scontreranno in un duello terrificante. E' quella che Attali chiama la fase dell'iperconflitto.