“L’alba delle autonomie", a Bra,ha aperto ieri "Ispirati dagli archivi" con 12 preziosi Statuti di comuni medievali:Biandrate, Asti, Vercelli, Alessandria, Novara, Cuneo, Fossano, Novi Ligure, introdotti da Rinaldo Combadell’Università di Milano. Custoditi nella biblioteca della Regione, regolavano i liberi comuni medievali dai doveri alle libertà, alla giustizia, alla santià, all'ambiente. Sono cinquei giorni dedicati all'oscuro, ma preziosissimo lavoro degli archivisti che conoscono materiale essenziale allo studio del passato.

All'elenco manca solo lo Statuto della fondazione del comune di Chieri,il più antico in Piemonte che nell'archivio oggi custodisce anche codici miniati fiamminghi.Sono qui giunti, grazie ai mercanti e banchieri che si recavano per affari in tutta Europa, in particolare nelle Fiandre, a Bruges e ad Anversa e nel Ducato di Borgogna,dove ha origine il cerimoniale cortigiano.

Erano uomini che scrivevano molto sia letterea casa che conti commerciali, tanto che il primo documento della lingua italiana è proprio un rendiconto ritrovato aSiena.

Ecco allora perché il responsabile dell’archivio storico chierese, Vincenzo Tedesco, si è rivolto ai comuni piemontesi: "Chieri e Asti non erano isole, ma i punti di riferimento di un territorio ampio e per conoscerne il passato occorre indagare in tutto il circondario". Quindi ricerche merita Savigliano, mentre il capoluogo di oggi, Torino, aveva solo 2mila abitanti a fronte degli 8mila di Chieri. Era, però, già sede vescovile, a differenza degli altri comuni.

Il problema dei documenti malcustoditi

Anche il Museo del Cinemaintendein settimana aprire al pubblico il grande patrimonio del suo archivio storico di più 15mila fascicoli e promuovere nuove possibilità di ricerca online sui suoi documenti, con visite guidate, laboratori e tavole rotonde.

Sull'esempio estero dove sono immediatamente consultabili a chi ne faccia richiesta le partiture di Bach, Mozart e Wagner. Nemmeno il giovane musicologo torinese Giangiorgio Satragniha avuto problemi a spulciare gli archivi diBerliner Philarmonikera Berlino per la sua documentata biografia su Richard Strauss.

Non è un caso se l'archivio di Claudio Abbadoè custodito nella capitale tedesca e non in Italia.

Per non rischiare di andare perduto come stanno facendo quelli di Verdi a Sant'Agatae diPuccini a Torre del Lago,secondo quanto denuncia un appello firmato da Chailly, Barenboim,Pollini, Domingo, Magris, Fo, Cacciari, Cammillerial presidente Sergio Mattarella e al ministroDario Franceschini,pubblicato sul prossimo numero della rivista Classic Voice.

La stessacosanonsi può dire dell'epistolario di Giuseppe Giacosa, librettista di Puccini di cui ci sono 46 lettere, due di Verdi e una di Mascagni, custodite nell'archivio riordinato alla perfezione per conto della famiglia Giacosa a Collereto, nel Canavese.

Undici sono le carte della Bohème,l'intero libretto della Tosca, trascritto dai copisti di Giulio Ricordi,con correzioni e annotazioni di Puccini, più altre manoscritte del librettista. Gli archivisti hanno anche messo capo alla carte svolazzanti dellaButterfly,ricostruendo filologicamente il testo con due diverse versioni del secondo atto, 57 pagine in tutto. Presente anche la prima edizione del libretto con correzioni manoscritte da Giacosa.

Sono conservate anche le minute dei libretti, con in appendice 14 inediti con versi di Giacosa per la Manon Lescaut, cantata a luglio in Germania da Kristine Opolais.Da non dimenticare le lettere di Verga, Boito, Fogazzaro e De Amicis