Il tema pensioni è di moda di questi tempi, ma, almeno artisticamente, non pare essere vincente nelle trame dei romanzi. Perlomeno non se associato al protagonista del nuovo volume di Ian Rankin, “Come cani selvaggi” che sarà pubblicato a giugno 2016. Rebus – un nome che è già un programma – è un ispettore. Ovviamente al di là del nome, il fatto che sia un poliziotto non è una grande novità: la letteratura legata al giallo fa grande uso di questi personaggi. Tuttavia, in questo caso, l’ispettore in questione è un ex poliziotto in crisi. Per tutta la sua esistenza ha fatto solo quello.

Non sa fare altro e, probabilmente, non gli importa di saper fare altro. Ma è in pensione.

Il paesaggio del giallo

I luoghi nei quali si muove l’ispettore Rebus appartengono a una città della costa orientale della Scozia, Edimburgo. È una città visitata da più di due milioni l’anno di turisti, con una popolazione di circa 463mila abitanti. Fra questi ultimi, alcuni e purtroppo, costituiscono la malavita edimburghese. Proprio l’attività di quest’ultima, sarà paradossalmente l’ancora di salvezza per l’anziano poliziotto che si avviava verso l’apatia.

Ispettori si è per sempre

Rebus non sa che farsene di hobby, viaggi o piccoli lavoretti di casa. È stato avviato a un tipo di vita, quella del poliziotto, che sente sua: l’unica che per lui ha senso e che continuerebbe a fare per sempre.

L’occasione per tornare alla sua amata professione arriva dall’amico Siobhan Clarke. Quest’ultimo gli chiede aiuto per sbrogliare il bandolo della matassa di un delitto. Si tratta dell’omicidio di un anziano avvocato il cui corpo è stato trovato accompagnato da un biglietto minatorio. Rebus è andato in pensione, ma non il suo nemico storico, Big Ger Cafferty, il quale, in questo frangente e parallelamente all’avvocato ucciso, ha subito un ferimento accompagnato da un biglietto identico a quello del legale.

Un bel rompicapo. Anche perché, per il vecchio ispettore, si tratta di aiutare a svelare l’architettura di un omicidio che, in un certo qual modo, salva il suo vecchio nemico. Paradossale. Insomma, Rebus e Cafferty, “Erano due vecchi, ormai, stessa corporatura, un passato molto simile. Seduti insieme in un pub, allo sguardo di uno spettatore casuale potevano sembrare due amici che si conoscevano dai tempi della scuola.

Ma avevano una storia molto diversa da raccontare”. Il primo schierato con la legge, il secondo con la malavita. Comunque, se la storia era diversa per ognuno di loro, il mondo che per anni avevano frequentato era lo stesso: un universo dove le regole erano state abolite. Tranne una: non importava il luogo, nella foresta o in una città, il risultato era cane mangia cane.