Il commissario Montalbano è in attività dal lontano 1999. Nonostante la distanza temporale, il personaggio creato dalla penna geniale di Andrea Camilleri, fa nuovi proseliti ad ogni nuova uscita. Che venga presentato in televisione – dall’ottimo Luca Zingaretti, il suo interprete storico – o semplicemente letto, l’interesse per il commissario siciliano non accenna a diminuire. Questa volta, nel nuovo romanzo “L’altro capo del filo”, che in Italia sarà pubblicato il 26 maggio 2016, Salvo Montalbano, si muove all’interno di un paesaggio particolarmente attuale.
Non fosse altro perché, tutti i giorni, i notiziari delle varie reti annunciano recenti episodi di quell’esodo epocale che si sta manifestando da alcuni anni.
Il dramma dei migranti
I personaggi che conosciamo da sempre, nel centesimo romanzo scritto da Camilleri, sono stati situati e incorniciati in questa diaspora umana che scuote le coscienze degli europei. In primis – perlomeno in Italia – le coscienze dei siciliani. Infatti, la penna dello scrittore, disegna un’intera cittadina, Vigàta, pullulante di persone che cercano di aiutare come possono i disperati che scendono dai barconi. Quindi, non solo la capitaneria e la polizia, ma anche tanti volontari sono pronti ad agire. In questo frangente così animato, Livia – l’eterna fidanzata del commissario – riesce a strappargli delle promesse.
Tram
Una delle promesse fatte da Salvo è quella di farsi un vestito nuovo. L’altra è strettamente collegata a questa, anzi, la precede: Livia vuole partecipare col suo Montalbano alla festa per i 25 anni di matrimonio di una coppia amica. E, il suo eterno fidanzato, lo vorrebbe col vestito nuovo di atelier. Così, per tener fede a quanto promesso, Montalbano si reca nella migliore sartoria del paese.
Qui, conosce una delle figure importanti del plot inventato da Camilleri: Elena la sarta. Intanto gli sbarchi si susseguono. Una notte che Montalbano è al porto per un’ennesima tragedia del mare, proprio la sarta, Elena, che dovrebbe lavorare al suo nuovo completo, è ritrovata trucidata a colpi di forbici. Parte l’indagine.
Salvo trascorre, tra un impegno e l’altro coi migranti, intere ore a indagare nella sartoria dove è stata ammazzata la povera Elena. Amici, lavoranti, possibili nemici, eventuali amanti, tutto viene tenuto in conto dal commissario. Ma, niente, mentre indaga nessuna delle varie ipotesi che si palesano alla sua mente lo convincono. Poi e a un certo punto, i fili della vita di Elena conducono lo sguardo del commissario lontano, nel passato di quella donna giunta a Vigàta con solo la sua vita e la passione per la sartoria.