Il 21 aprile scorso in Minnesota, all'interno di uno degli ascensori dello studio di registrazione di Chanhassen, veniva rinvenuto il corpo senza vita di Prince, celebre popstar camaleontica che con i suoi brani ha segnato la storia della musica contemporanea vendendo oltre 100 milioni di copie dei suoi album. Neanche una settimana prima, dopo un concerto ad Atlanta (Georgia) durante il volo sul suo jet privato che lo avrebbe riportato in Minnesota, la star statunitense aveva accusato un malore che gli aveva provocato la perdita dei sensi, l'aereo aveva quindi effettuato un atterraggio d'emergenza nell'Illinois dove Prince era stato prontamente soccorso.

Nonostante l'accaduto però il cantante aveva rifiutato il ricovero decidendo di tornare nella propria abitazione a Minneapolis.

In seguito all'episodio l'agente della popstar aveva tranquillizzato i fans sostenendo che il malore era stato causato da una brutta influenza.

Ad oggi però l'autopsia rivela che il decesso è legato a problemi di tutt'altra entità, infatti sarebbe stata l'overdose di un potente antidolorifico a porre fine alla vita del cantante statunitense. Il medico di Prince è stato interrogato dalle forze investigative ed è emerso che l'ultima prescrizione del Fentanyl riporta la data del giorno precedente alla morte. Dall'autopsia sono emersi particolari che lascerebbero dedurreche Prince si sarebbe autoiniettato l'oppiaceo che, a detta dei medici, provocherebbe all'organismo effetti ancor più dannosi di quelli causati dall'eroina.

Eppure Sheila E,amica dell'artista, ha dichiarato durante un'intervista che Prince era da sempre contrario all'uso di droghe, ha però confermato che soffriva da tempo di dolori alle ginocchia, causati dalle sue performance sul palco in cui era solito saltare anche da un metro e mezzo di altezza. L'uso dell'antidolorifico potrebbe quindi essere iniziato per alleviare i dolori causati dalle estenuanti esibizioni del cantante, creandogli in seguito una vera e propria dipendenza.

Tutti i tasselli sembrano quindi coincidere ed è inevitabile il paragone con quanto accaduto nel giugno del 2009 a Michael Jackson, morto anch'esso per un'overdose causata dal Propofol (farmaco antidolorifico) prescritto dal medico curante Conrad Murray, condannato nel 2014 a 4 anni per omicidio.

Probabilmente anche le indagini sul decesso di Prince porteranno ad ulteriori sviluppi che faranno chiarezza sui veri colpevoli che, seppur involontariamente, hanno portato alla morte di un'altra leggenda della musica.