Un sentimento di tutti, raccontato attraverso quattro punti di vista. Lasciarsi trascinare dalla corrente del fiume, a pancia in su, il capo volto al cielo immobile e lontano. Oppure arrivare ad un certo punto a dimenarsi, a volgere lo sguardo verso la direzione che si sta seguendo, per capire se la meta è proprio quella che risponde alle esigenze dell’intimo e, in caso contrario, respingere la forza fluida che si sta arrogando ogni decisione, recuperando, nella forza del corpo che nuota, il dono della propria autonomia.
A ciascuno di noi può capitare il momento in cui ci si chiede se le scelte compiute nel corso del tempo abbiano scavato un itinerario che realmente ci appartiene, e il nuovo micro-movie emozionale del regista Michele Pastrello intitolato “Awakenings”, rilasciato il 13 luglio e attualmente autentico fenomeno artistico nel mondo del web, va a cogliere proprio quella domanda, con quel connubio di delicatezza ed impeto che solo la poesia è capace di ricreare.
Un’indagine per immagini su un punto centrale dell’animo umano, il misurare la distanza tra la realtà in cui ci muoviamo e i desideri che risiedono nel profondo, resa attraverso la narrazione di quattro storie particolari: la tenace volontà di rialzarsi in piedi e tornare a danzare di una ballerina bloccata in ospedale su una sedia a rotelle; l’irruente frustrazione di un impiegato intrappolato nei ritmi serrati della propria carriera professionale; l’angosciato silenzio di un’infermiera che non riesce a ritrovare intorno a sé gli spazi aperti che s’aprono nel suo animo; infine, la pallida immobilità della morte, sopraggiunta, prima del tempo, ad un uomo di mezza età, negazione suprema della possibilità di cambiamento.
Un legame emotivo sincero tra protagonisti e spettatori alla base del successo di pubblico
Ad un unire visivamente le quattro prospettive una lacrima luccicante che, solcando il volto dei vari personaggi, infonde il seme radioso della presa di coscienza. «Ad ognuno dei quattro protagonisti di “Awakenings” corrisponde uno specifico concetto elementare: l’equilibrio, la rabbia, la libertà e la vita.
Nel corso dell’esistenza queste condizioni si incontrano, si compenetrano, si intrecciano, delineando sia la quotidianità che le aspettative degli individui. Nell’evolversi della storia personale di questi individui può avvenire che i poli della quotidianità e delle aspettative si allontanino troppo tra loro, e che si crei una voragine di fronte alla quale può venire istintivo l’atto di colmare quel vuoto con la ripetitività e l’adeguamento.
Vi è resistenza al cambiamento, anche se ogni fibra del corpo e dell’interiorità ne grida la necessità. Nel micro-movie, invece, il cambiamento diventa atto di orgoglioso recupero di sé»
Così commenta il regista Michele Pastrello, trevigiano d’adozione e veneziano d'origine, mentre illustra le caratteristiche fondamentali del suo ultimo lavoro. Appassionato sin da ragazzo di Cinema e di musica, ha mosso i primi passi della sua attività alla macchina da presa nell’ambito del genere horror, con ottimo riscontro di pubblico e di critica e con la vittoria di concorsi internazionali, per approdare infine al mondo dei micro-movie nel 2014, settore che gli ha regalato non minori soddisfazioni e che attualmente continua ad esplorare in parallelo a quello della direzione di videoclip musicali.
Ed effettivamente in “Awakenings” il binomio immagine-suono si pone come elemento centrale di comunicazione, un linguaggio audiovisivo in cui lucide, nette inquadrature si fondono con dinamiche armonie elettroniche, plasmando un canale di conversazione intima che unisce la sequenza che scorre sullo schermo e la sfera emotiva dello spettatore. Un’efficacia in questo tipo di connessione che si riscontra nel successo che il micro-movie sta riscuotendo, dentro e fuori la rete: oltre 61.000 visualizzazioni solamente in Facebook e una nutrita serie di recensioni, tutte positive, su testate d’informazione online e cartacee.