«Si tratta di salvare il tempo, superando la storia»: efficaci le parole dell’antropologo francese di fama internazionale Marc Augé nel descrivere gli obiettivi della piattaforma di rigenerazione multiplanare dell’ex Villaggio Eni chiamata “Progettoborca”, realizzata dal laboratorio d’arti visive in ambiente “Dolomiti Contemporanee” in collaborazione con "Minoter", la holding cagliaritana specializzata nel settore edile che possiede l’intero sito.

Un fine importante e ambizioso quello del recupero riconfigurato del complesso urbano che Enrico Mattei volle far costruire poco distante dal paese di Borca di Cadore dall’architetto Edoardo Gellner agli inizi degli anni ’60, caduto progressivamente in disuso dopo la prematura morte dell’imprenditore; ma anche un fine che, dall’avvio del Progetto nell’estate 2014 ad oggi, si è sempre fatto più vicino.

Ora, con l’opera di Crowdfunding lanciata il 1 settembre da Dolomiti Contemporanee nel sito Indiegogo e intitolata “Progettoborca – Residencies and Labs for Landscape”, è giunto il momento di consolidare quanto finora realizzato e cambiare passo di marcia. Due mesi per raccogliere il sostegno di quanti credono che sia possibile prendere quel capolavoro di innovazione urbanistica, architettonica e imprenditoriale ai piedi del Monte Antelao, nel cuore delle più belle Dolomiti, e trascinarlo energicamente nel XXI Secolo, nella nostra contemporaneità, recuperandolo da quel passato che ci è stato affidato e avviandolo verso un futuro che spetta alla nostra generazione scrivere, a dispetto dell’incuria in cui la storia recente l’ha confinato: proprio nel segno di come, più sinteticamente, s’era espresso Augé.

Il Crowdfunding

«”Progettoborca” è un universo in espansione libera ma controllata, un aggregatore di persone motivate e idee concretizzabili che sta trasformando uno statico sito di archeologia industriale in un organismo sempre più dinamico e vitale, riconcettualizzato, ripopolato e poi letteralmente ricostruito da artisti, designer, architetti, studiosi di discipline umanistiche, esperti di elettronica e anche ragazzini di elementari e medie.

La campagna di Crowdfunding serve essenzialmente per implementare l’attrezzatura tecnica di studi e laboratori, ad esempio con delle macchine per prototipare quali una stampante 3d o una fresa CNC, e per garantire materiali e risorse a utenti e membri dello staff, tutti impegnati nell’opera di rielaborazione – spiega Gianluca D’Incà Levis, ideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee – le ricompense per il sostegno offerto sono di per sé significative, perché incarnano l’essenza di “Progettoborca”: si tratta di oggetti recuperati nel Villaggio già in partenza dotati di un valore specifico - come un certo numero di tazze firmate Richard Ginori, delle coperte intessute dalla celebre ditta Lanerossi o alcuni sgabelli disegnati da Gellner in persona – rivisitati con decorazioni di artisti che hanno soggiornato e lavorato qui nel Villaggio.

Non si tratta, com’è senz’altro evidente, di dividere parte del patrimonio dal luogo di origine, ma di rimettere in movimento una proporzionata selezione di reperti autentici ulteriormente impreziositi da una mano della contemporaneità»

Tutto questo, per rinforzare quell’offerta culturale che è il vero motore del recupero ambientale e funzionale del complesso urbanistico, un’offerta che ha già registrato al proprio attivo, nei primi tre anni di “Progettoborca” appena trascorsi, importanti iniziative rimandanti ad ambiti differenti. Tra le molte, il workshop d’architettura “Abitare condiviso” di “Casabella Formazione”, laboratori di tipografia (con la conversione di una pressa trovata nel Villaggio in una strumento meccanico di stampa) e di archivistica (con la costituzione di un vero e proprio “corpus gellneriano), il “Dolomiti Digital Camp”insieme alla prestigiosa H-Farm, nonché diversi seminari per l’istituto di architettura IUAV e per Accademie d’arte quali quelle di Venezia, Roma e Verona.