Dall’8 al 20 agosto si ricerca nel cuore delle Dolomiti l’apertura al futuro.Una storia che unisce ambiente, cultura e tecnologia ha di certo almeno tre buoni motivi per essere raccontata. Il “Dolomiti Digital Camp”, iniziativa nata dalla collaborazione tra le realtà di H-Farm e il Progetto Borca di Dolomiti Contemporanee, è essenzialmente questo: far crescere in ragazzi d’età compresa fra i 10 e i 15 anni il rispetto per il luogo in cui ci trova e la consapevolezza di potercisi rapportare utilizzando gli strumenti più moderni, un doppio obiettivo che verrà messo in pratica attraverso l’esplorazione, la valorizzazione e la reinvenzione di uno scenario di grande interesse quale quello dell’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore.

Da oggi fino al 20 agosto, i giovani corsisti saranno impegnati in una serie di attività: esperienze di geocaching, una sorta di caccia al tesoro in cui i giocatori, seguendo le opportune coordinate, potranno recuperare delle scatole, delle cache per l’appunto, all’interno delle quali saranno stati inseriti alcuni oggetti significativi, nel caso specifico del “Dolomiti Digital Camp” inerenti alla natura e alla storia del territorio; momenti di creazione artistica guidata, durante i quali, grazie ai suggerimenti degli artisti-operatori e alla suggestione delle splendide dolomiti, i ragazzi avranno modo di unire ispirazione mentale e opera manuale, come si addice a dei veri artigiani in erba; e ancora vi sarà occasione di cimentarsi nel tinkering, un metodo di apprendimento di nozioni di scienza e tecnologia basato non sulla lezione frontale ma sulla pratica tattile, nella modellazione tridimensionale tramite software professionali, nell’assemblaggio dei LittleBits, piccoli componenti elettronici collegabili tra loro come tanti tasselli quasi si trattasse di una sorta di “lego tecnologico”, e nella progettazione ludica del videogioco Minecraft, che dovrà essere indirizzata alla rappresentazione degli edifici dell’ex Villaggio Eni.

Il Progetto Borca come occasione di rilancio per il Villaggio Eni, nelle Dolomiti cadorine

Una storia che unisce ambiente, cultura e tecnologia, si diceva. Una triade di grande importanza, della quale troppo spesso il luogo comune fatica ad associare i termini costitutivi, quando invece una sintesi tra rispetto della natura, espressione artistica e mondo dell’impresa può essere e anzi va con insistenza ricercata.

Ricerca che, a ben vedere, viene ottimamente rappresentata dalla stessa location del “Dolomiti Digital Camp”, l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, l’avveniristico complesso residenziale voluto da Enrico Mattei per le vacanze dei dipendenti dell’azienda e realizzato dall’architetto Edoardo Gellner (forte anche del prezioso contributo del celeberrimo Carlo Scarpa con la Chiesa Nostra Signora del Cadore), un capolavoro dell’urbanistica sfortunatamente caduto in disgrazia dopo la morte del grande imprenditore.

«Il Progetto Borca si inserisce come elemento rilevante del programma complessivo di “Dolomiti Contemporanee”, una realtà solida nata nel 2011 che ha come obiettivo la valorizzazione di quegli spazi del vasto territorio delle Dolomiti patrimonio dell’UNESCO che, ricchi di potenzialità, ormai risultano caduti in disuso e paralizzati da un’inerzia generalizzata. Nello specifico di questa singola iniziativa le nostre energie si sono rivolte al rilancio della “Colonia” dell’ex Villaggio Eni, un complesso di 30.000 mq capace di ospitare un migliaio di persone e messo in comunicazione da uno straordinario sistema di collegamento viario interno della lunghezza di 3 km – spiega Gianluca D’Incà Levis, ideatore e curatore di “Dolomiti Contemporanee” – Il “Dolomiti Digital Camp” attualmente in corso si è subito rivelato come importante collaborazione con la H-Farm di Riccardo Donadon: speriamo sia solo il primo passo di un lungo percorso insieme. Altro step che ci vede assolutamente solidali negli intenti è il sostegno alla candidatura di Cortina per i mondiali di sci del 2021»