"Annoda i lacci alla mia vita Signore, poi sarò pronta ad andare! Solo un'occhiata ai cavalli. In fretta! Potrà bastare!... Addio alla vita che ho vissuto, e al mondo che ho conosciuto. E bacia le colline per me, basta una volta, ora sono pronta ad andare..." Al 34° Torino Film Festival appena concluso, tra gli eventi cinematografici in programma, è stata presentata nella sezione "Festa Mobile", insieme a Sully, ultimo lavoro di Clint Eastwood, la storia autobiografica della poetessa statunitense Emily Dickinson, interpretata dall'attrice Cynthia Nixon, nota per il ruolo di Miranda Hobbes nella serie tv Sex and The City.

Nel film del regista britannico Terence Davies, Emily viene tratteggiata come una donna onesta, estremamente fedele al suo credo, forte e ribelle quanto basta, alla quale però la vita non ha dato pienamente ciò che voleva.

34° Torino Film Festival - A Quiet Passion e suoi punti di vista tecnici

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici di A Quiet Passion, sono da notare i movimenti di macchina piuttosto lenti ma pieni di significato, pregni quasi di una qualche attesa della scrittrice, desiderosa di un cambiamento radicale della sua esistenza, ma troppo orgogliosa per ammetterlo, e soprattutto per agire sul proprio destino e modificarlo. A seguire, viene mostrato agli spettatori, uno straordinario utilizzo dello scorrere del tempo, tramite una serie di ritratti di famiglia.

Difatti, attraverso i volti di Emily, dei fratelli Lavinia (Jennifer Ehle) e Austin (Duncan Duff), della madre Emily (Joanna Bacon) e del padre Edward (Keith Carradine), assistiamo a delle dissolvenze appena percettibili ma dal ritmo costante, a un invecchiamento progressivo dei loro tratti somatici, alla caducità inesorabile dei giorni, dei mesi e degli anni, senza che la nostra Emily faccia nulla, a parte rintanarsi nella sua stanza della casa paterna per creare i componimenti poetici che l'hanno resa così famosa.

Infine, è da rilevare una messa in scena elegante dell'opera, ma allo stesso modo un po' fredda, specialmente quando l'attenzione ricade su Emily, ferrea e chiusa nei suoi preconcetti, nelle sue convinzioni, incapace di liberarsi dalle corde della sua mente, e di volare via verso la vita che avrebbe potuto vivere.

34esimo Torino Film Festival - Ultime considerazioni su A Quiet Passion

Altamente moralista e dura con se stessa e con gli altri, Emily Dickinson terminerà la sua esistenza nella dimora familiare, restando nubile, senza particolari figure amicali, eccezione fatta per la cara sorella Lavinia e il fratello Austin, con l'unica compagnia delle sue poesie e di quei mondi immaginari dove la donna si rifugia, lontano da tutto ciò che possa nuocerla, come ad esempio un considerevole sconvolgimento emotivo provocato dall'innamoramento e da un conseguente matrimonio.

A Quiet Passion, prova di un Cinema che conta, è un biopic a tratti ironico e a tratti tremendamente sofferto e drammatico, soprattutto nei momenti in cui Emily si domanda perché Dio l'ha resa così sfortunata, dal non poter essere più bella fisicamente, o dal non poter avere delle doti, delle qualità diverse, migliori, per attrarre le altre persone verso di lei.

Emily però non si rendeva conto che era già una bella persona colma di talento, come spesso la sorella cercava di farle notare, purtroppo invano, e per questo motivo il valoroso bruco non si trasformò mai in leggiadra farfalla.

Voto: 6/7

Qui sotto ecco il trailer di A Quiet Passion, proiettato in anteprima assoluta alla 34esima edizione del Torino Film Festival.