La vicenda che più di ogni altra continua a tenere banco e a catalizzare l'attenzione del pubblico nell'ambito del rap-game italiano è ancora quella relativa alle frasi razziste, pronunciate da un membro della dark polo gang in un video rivolto a Bello Figo, diffuso nei giorni scorsi sui canali social ufficiali del gruppo romano. In queste ore in molti tra gli addetti ai lavori stanno manifestando ferme condanne relativamente a quanto avvenuto, tra questi c'è anche gemitaiz, che già nel recente passato si era espresso sul giovane collettivo romano.

Le scuse della DPG, la reazione del rap italiano

Fatta eccezione per buona parte dei più accaniti e giovani supporter della Dark Polo Gang, la reazione del pubblico che abitualmente segue il rap italiano è stata ferma e unanime nel condannare questo episodio. Il video di scuse pubblicato dai membri del gruppo – che hanno ammesso l'errore senza cercare particolari giustificazioni ed hanno poi chiesto scusa manifestando rammarico e dispiacere, oltre che una buona dose di imbarazzo e vergogna – non è servito a mitigare gli animi dei tanti che, comprensibilmente, hanno continuato a sottolineare la gravità del gesto.

Il rapper emergente MBOSS ha dissato la DPG, dedicando un intero brano ai quattro artisti romani, Fritz Da Cat, leggenda vivente dell' Hip Hop italiano, li ha definiti 'topi schifosi' e tanti altri appartenenti al mondo del rap hanno voluto prendere pubblicamente le distanze da quanto accaduto.

Le parole di Gemitaiz

Tra i tanti, c'è anche Gemitaiz, che nelle scorse settimane aveva espresso un parere positivo sulla 'Gang', smentendo, almeno in parte, le numerose voci secondo cui tra il rapper classe '88 e il giovane collettivo romano fosse in atto una sorta di guerra fredda.

Tramite un tweet pubblicato sul suo account ufficiale, l'autore di 'Nonostante Tutto' ha voluto dissociarsi in maniera netta e inequivocabile, lo ha fatto diffondendo un articolo nel quale viene duramente condannato il gesto della DPG, accompagnandolo con queste parole: 'Che vergogna, Roma non è questa'.