L'esposizione prevista fino al 27 agosto 2017 nell'Antiquarium degli Scavi di Pompei, si preannuncia curiosa e importante per il patrimonio artistico italiano. La mostra ospiterà infatti i reperti archeologici trafugati dagli scavi italiani a partire dal 1960 sino ai giorni nostri, indicando anche i nomi dei saccheggiatori. Inaugurata oggi ai piedi del Vesuvio, la mostra si definisce così ricca di colpi di scena e denuncia lo 'stupro' subito nel corso del tempo dalla città di pompei e dalla cultura artistica italiana.
Reperti originali ma anche i falsi
La mostra ospiterà circa 170 opere saccheggiate nel corso degli anni dal comune partenopeo e rivendute sul mercato nero in Italia, ma anche all'estero. Anfore, ceramiche, vasellame e ogni sorta di oggetto artistico che, una volta trafugato, veniva abilmente riprodotto da falsari esperti del mestiere. "Questa mostra denuncia lo 'stupro' subito dal patrimonio culturale italiano, saccheggiato e clandestinamente rivenduto dal 1960 a oggi - afferma il sovraintendente del sito archeologico di Pompei Massimo Osanna - il recupero dei reperti consente oggi di esporre qui una piccola parte del 'bottino' svincolato e ora in vetrina qui nell'Antiquarium degli Scavi di Pompei fino al 27 agosto del 2017".
Pompei trafugata dagli antiquari
Sono due antiquari, uno di Firenze e l'altro di Napoli, che secondo le forze dell'ordine saccheggiarono, negli anni settanta, i reperti archeologici del sito campano. La mostra ha dovuto superare ingenti difficoltà burocratiche per permettere l'esposizione di tali oggetti. Infatti le opere furono depositate in un magazzino dalle forze dell'ordine e poste sotto indagine.
Da qui il nome della mostra, "Il corpo del Reato", appunto, un corpo del reato di inestimabile importanza per la cultura artistica italiana.
"Certe cose o si fanno in un giorno o non si fanno", ha sentenziato il giudice Carlo Spagna, magistrato delegato all'ufficio Corpi di Reato del tribunale di Napoli grazie al quale la mostra è stata resa possibile i reperti trafugati sono entrati in possesso della Soprintendenza di Pompei.
Una presa di coscienza verso l'inestimabile valore artistico del patrimonio artistico italiano, quindi, che la mostra esibisce al visitatore concentrandosi sul senso dell'oltraggio provocato alla cultura nazionale nel corso degli anni.