David Bowie, il grande Duca Bianco, oggi avrebbe compiuto 70 anni. Un artista a 360°, unico, poliedrico e trasformista che, fino all'ultimo dei suoi giorni, ha regalato alla musica internazionale, l'ennesimo capolavoro. A quasi un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 10 gennaio del 2016 - ben 2 giorni dopo la pubblicazione del suo ultimo album Blackstar - si ricorda la grandezza di questo artista. Quella lasciata da Bowie è un'eredità immensa, fatta di sound innovativi, di parole che sono vere e proprie poesie, testi unici, assolutamente perfetti.

Tutto calcolato nei minimi dettagli, ogni lavoro David lo curava in maniera meticolosa, quasi maniacale, perché quella sua musica era un vero e proprio tesoro da scoprire.

Enigmi nascosti

Ogni album di Bowie era una vera sorpresa, ma Blackstar è stato il suo "misterioso" testamento a partire dal packaging, realizzato dal grafico Jonathan Barnbrook. Costellazioni nascoste, visibili solo alla luce del sole e simboli che si proiettano ovunque, a seconda delle diverse angolazioni in cui viene posizionata la superficie del vinile: fino all'ultimo Bowie ha desiderato che il suo lavoro fosse una continua scoperta del suo personalissimo modo di intendere la musica.

La malattia

Secondo quanto riportato da diverse fonti, il Duca Bianco, sapeva di essere gravemente malato circa un anno e mezzo prima della sua scomparsa, ma solo 3 mesi prima di morire, aveva saputo che il cancro contro il quale stava lottando, era ormai incurabile.

Il suo addio commosso, ma quasi "liberatorio" è contenuto in Lazarus il primo singolo uscito per lanciare Blackstar. "Look up here, I'm in heaven - I've got scars that can't be seen - I've got drama, can't be stolen - Everybody knows me now"

"Guardate qui, Sono in paradiso Ho cicatrici che non possono essere viste Ho drammi, non possono essere rubati Tutti mi conoscono adesso"

Un anno senza David Bowie

Il 10 gennaio sarà un anno esatto dalla scomparsa del Mito.

Un uomo, un camaleonte, un'essenza completa e assoluta di melodie, suoni, voci, pensieri. Le sue opere, perché di questo si tratta, hanno segnato e ispirato intere generazioni. Oggi, la sua vastissima eredità è un tesoro ancora tutto da scoprire.

Personalmente, il mio primo incontro con il Genio di Bowie è avvenuto quando avevo poco più di 10 anni e, lui era Jareth, il Re di Goblin.