Il 2016 è stato un anno a dir poco entusiasmante per il rap italiano, ormai sempre più consolidato come genere musicale di riferimento per le nuove generazioni. Gli artisti che hanno contribuito ai risultati clamorosi dell'anno passato sono tantissimi, tutti molto diversi tra loro per stile, attitudine, contenuti, percorso artistico ed età anagrafica, a dimostrazione di quanto e come il mondo del rap sia ormai estremamente variegato e offra una scelta talmente ampia da riuscire ad accattivare, in un modo o nell'altro, quasi qualsiasi genere di adolescente italiano.
I protagonisti dell' anno d'oro del rap italiano
Il 2016 è stato sicuramente l'anno di Ghali, Sfera Ebbasta e Charlie Charles, i più in vista tra gli esponenti della cosiddetta nuova scena, capaci di totalizzare milioni di visualizzazioni su YouTube, oltre che di far varcare i confini nazionali al rap italiano, ormai ascoltato in buona parte d'Europa, anche e soprattutto grazie al suono proposto dagli artisti sopracitati e ad altri giovanissimi esponenti del nuovo corso rap-trap come Izi, Tedua, Ernia, Rkomi, Laioung ed Enzo Dong.
Il 2016 è stato, senza dubbio, l'anno di Marracash e Guè Pequeno, autori di 'Santeria', album uscito a fine giugno. Il disco è una dimostrazione di stile dalla prima all'ultima traccia, un lavoro di coppia nel quale due veri e propri capi del rap italiano hanno unito le forze ottenendo un prodotto estremamente credibile e variegato, tanto nel sound, che alterna momenti più classici ad altri più freschi e d'avanguardia, quanto nei contenuti, scanzonati e irriverenti in buona parte del disco, ma anche introspettivi e personali – per quanto lo si possa essere in un disco realizzato a quattro mani – tenuti insieme da poche ma costanti caratteristiche: lo stile, la potenza lirica e l'intesa tra i protagonisti.
Santeria è figlio di due grandi artisti che sono anche due grandi amici, e si sente.
Salmo spiega i motivi del successo del rap
Ma il 2016 è stato anche e soprattutto l'anno di Salmo: da un punto di vista prettamente numerico – anche se, come lui stesso ha ricordato, la quantità non è necessariamente sinonimo di qualità – è lui il vincitore del 2016.
Il rapper di Olbia si è portato a casa ben tre dischi di platino, di cui due per gli album Hellvisback e Midnite, ed uno per il singolo 1984, oltre a quattro dischi d'oro per i singoli 'L'Alba', 'Il Messia', 'Don Medellin' e 'Battle Royale', pezzo contenuto nel Machete Mixtape Volume 3. In una recente intervista per il Fatto Quotidiano il frontman del Machete Crew, sempre più percepito come icona del rap made in Italy dalle grandi testate nazionali, ha spiegato in maniera chiara e concisa quelli che, secondo lui, sono i motivi alla base del successo del rap rispetto agli altri generi musicali, queste le sue parole: 'Chi fa musica pop o rock non racconta la propria storia, parla di amore ma mai di se. Un pezzo rap invece è un po’ come chiacchierare al bar con un amico: racconti la tua giornata, cosa pensi della vita, qualsiasi cosa, in modo diretto, semplice.'