In tutta l'Italia si susseguono le iniziative mirate alla sensibilizzazione sulla malattia di alzheimer, in molte città sono stati aperti gli 'Alzheimer cafè', centri di incontro tra persone malate e i loro familiari per trascorrere del buon tempo insieme, con lo scopo di sconfiggere la solitudine che è una delle cause maggiori di disagio di chi ha a che fare con questa malattia.

Dal Trentino un enorme sforzo per aiutare anche chi aiuta

Nell'ambito della mostra 'T-tessere di memoria, il museo incontra l'Alzheimer' (che è visitabile al S.A.S.S. di Trento fino al 20 aprile, da martedì a domenica con orario 9-13/14-17.30) si svolgerà il 16 febbraio un incontro molto interessante: 'Suono, silenzio,musica:ripensarsi nella relazione con la persona affetta da demenza' con la partecipazione di Stefania Filippi educatore sanitario e musicoterapista, Evelin Boccone, musicoterapista, le letture saranno di Roberto Maestri.

La musica e il suono usati come terapia di sostegno alla persona affetta da demenza e ai suoi caregiver è da qualche tempo in fase di sperimentazione presso l'Azienda Pubblica per i Servizi alla Persona a Povo (Trento). E' stato messo in atto un "approccio sonoro-musicale alla persona" con l'intento di mettere al centro gli aspetti verbali della relazione e le emozioni.

La musica come via di comunicazione

Questo particolare approccio, scelto da una equipe con specifiche professionalità anche diverse tra loro, insieme con il musicoterapista, metterà in atto attività musicali in microgruppi, momenti di ascolto individuale, attività motoria con l'impiego di strumenti melodici e ritmici che hanno la funzione di far emergere sensazioni e sentimenti sopiti da lungo tempo.

Sarà molto interessante, alla fine di tutto il percorso, verificare quali saranno stati i risultati benefici sui malati e sui loro familiari o caregiver. In questa patologia devastante ci sono due strade da percorrere: una è quella della ricerca che mira a scoprirne le cause, prevenirne l'insorgere e curarne i sintomi, e l'altra è quella di elaborare terapie con lo scopo di infrangere il muro di silenzio e di isolamento vissuto dai malati, ma soprattutto dalle loro famiglie che sommano il dolore, la fatica e la solitudine in ogni giorno della loro vita.