La Galleria Nazionale d'Arte Moderna ha in questi giorni inaugurato una rassegna temporanea sull’artista Guido Strazza che durerà fino al 26 marzo. Il curatore Giuseppe Appella valorizza la già preziosa donazione di 56 dipinti, 3 sculture, 42 disegni, 31 incisioni che illustrano la poetica di questo artista, simbolo dell’evoluzione del sentire contemporaneo.

Vita e stile

Nato nel 1922 a Santa Fiora, Strazza ha intrapreso studi di ingegneria, per poi perseguire una carriera di stampo prettamente artistico. Viaggia in Sud America, si occupa della riqualificazione architettonica di realtà locali e espone le sue opere alle Biennali di S.

Paolo. Si accosta alla pittura da autodidatta subendone la fascinazione; la ricerca stilistica assidua lo fa approdare al campo dell’incisione, approfondendo dapprima l’arte grafica, contaminata dalla semiotica. La traccia, il segno diventano i suoi vettori, che lo condurranno a specializzarsi in tale ambito.

Pregnante sarà l’incontro con Marinetti e lo studio del corpus artistico di Gorky che lo instraderà verso un interesse per le soluzioni informali. Accoglie l’istanza di ricerca deputata alla lavorazione di superfici chiare, luminescenti, e allo scavare in queste materie formalmente e concettualmente. Strazza si specializza nel settore dell’incisione e riceve riconoscimenti per il suo estro, insignito in Campidoglio quale “Cultori di Roma”, premiato dall’Accademia dei Lincei per l’alta qualità artistica delle sue opere.

Oltre che artista sul campo, si dedica all’insegnamento e vestirà il ruolo di docente alla Calcografia Nazionale, all’Università delle Belle Arti di Roma (di cui sarà direttore dal 1985 al 1988), deputato membro dell’Accademia di S. Luca nel 1997 e presidente della stessa nel biennio 2011-2012.

Una mostra e donazione

Una retrospettiva curata magistralmente nell’intento di operare un tributo a Strazza nella sua integrità di artista, ricercatore e esponente di una visione novecentesca personale, avulsa da contaminazioni di genere.

La direttrice Cristina Collu tiene a sottolineare il ruolo carismatico di Strazza nell’ambito del panorama artistico contemporaneo e la sua generosità nel voler concedere le opere più significative allo Gnam, infatti quest’ultime diventeranno parte integrante del corpus museale. I pezzi in mostra illustrano l’iter artistico e concettuale, sottolineando il monito di ricerca e lo sperimentalismo "sistematico" che indagano sulla sintesi formale e sulla dialettica tra visibile e immaginabile.

Un percorso espositivo di 130 opere che funge da sentiero didattico, ripercorrendo le varie fasi stilistiche dell’artista, e che approda alla creazione di uno spazio psicologico, "sinestetico" che ingloba l'osservatore.