Il 2016 ha visto in Germania una prima versione critica del "Mein Kampf", l'opera magna del Fuhrer nazista Adolf Hitler. L'edizione, comparsa al pubblico dopo un divieto di 70 anni, è stata curata dall'Istituto di storia contemporanea di Monaco di Baviera. L'opera è diventata subito campione di incassi, diventando il best sellers di tutti i tempi. Ma Andreas Wirsching, direttore dell'Istituto, nonché curatore della nuova versione del Mein Kampf, ha tenuto a rassicurare l'opinione pubblica. Alla sua realizzazione ha partecipato un team di studiosi e critici di storia.

Non solo: la nuova edizione ha raccolto al suo interno note critiche degli studiosi, allo scopo di evidenziare i toni propagandistici, errori e bugie contenuti nel testo. Il merito del gruppo di esperti, raccolto in vista dell'edizione critica dell'opera hitleriana è stato ampiamente riconosciuto. Lo testimoniano le numerose presentazioni internazionali che gli studiosi hanno ricevuto all'indomani della prima uscita in pubblico: ad Amsterdam, Zurigo, Toronto e Mosca, per dirne alcune.

Il caso 'Hitler'

L'opera scritta da Hitler (un prontuario delle sue idee politiche) e, con quella, il suo autore restano ancora oggi un dossier irrisolto. Ciò che risulta incomprensibile (a soggetti normalmente lucidi e razionali che si trovino a vivere in un Paese democratico) è come sia stato possibile che un solo uomo abbia potuto coinvolgere in pochissimo tempo un intero Paese, come è stata la Germania del '43-'45.

Come, poi, sia riuscito a farlo convergere sulle sue idee deliranti di supremazia di una razza su un'altra; e, più in generale, come abbia potuto ideare una macchinazione diabolica e 'lucida' al tempo stesso del suo piano di sterminio del popolo ebraico. I tantissimi studiosi che si sono trovati a riflettere sul problema non hanno trovato una risposta univoca convincente di come Hitler sia riuscito a ridurre la volontà delle masse in un'unica assordante: la propria.

Esce domani anche in Italia 'La mia battaglia'

Domani, giovedì 20 aprile, esce finalmente anche in Italia la versione critica del Mein Kampf. Esce per 'Free Ebrei edizioni' e a cura di Vincenzo Pinto, studioso di sionismo e antisemitismo. L'edizione critica sarà disponibile sulle principali piattaforme (digitali, ma anche in cartaceo) ed è orientata alla lettura critica del Mein Kampf.

Oltre che alla comprensione delle origini dei populismi e dei totalitarismi.

Vincenzo Pinto e il suo giudizio critico sulla cultura italiana

La cultura italiana, sostiene il curatore della versione critica italiana dell'opera hitleriana, "non ha giudicato rilevante il testo originale. Guardandolo in modo superficiale e senza dargli l'importanza che merita." La sua edizione critica mira invece a guardare negli occhi l'artefice di tanto male (nazismo e antisemitismo) allo scopo di tirare fuori i veri intenti programmatici. Idee, quelle di Hitler, che vanno scandagliate per poter essere comprese; elaborazioni, quelle del Mein Kampf, che ben lungi dall'essere attribuibili a un folle, sono semplicemente "umane" e vanno interpretate in quella direzione.