Vik Muniz, noto fotografo ed artista brasiliano, è tornato a Venezia con una nuova, originale esposizione. Muniz aveva già partecipato alla 56ma edizione della Biennale d’Arte con un’opera intitolata Lampedusa: una barca grande quanto i vaporetti veneziani, ma dalla forma di una barchetta fragile e leggera come quelle che costruiscono i bambini. Il progetto artistico di Vik Muniz tiene conto di un’importante ricerca sul 'pianto sociale', a partire dalla scelta dei materiali. Waste land, documentario candidato all’oscar nel 2011, è girato a Rio de Janeiro in una delle più grandi discariche al mondo, Jardim Gramacho, e mostra il processo di creazione artistica, in gran parte di ritratti, che parte dai rifiuti.
L’opera d’arte diventa così 'riscatto' per le persone che vivono nei pressi di questo "giardino" infernale e che si scoprono artisti, almeno per poco. Sono proprio i ritratti a consacrare l’inizio della carriera di Vik Muniz, volti di bambini i cui tratti hanno il sapore dello zucchero. Un materiale che può non essere così dolce e delicato se i bambini in questione sono i figli di lavoratori di quelle piantagioni in cui lo zucchero viene prodotto.
La creazione artistica è il momento magico in cui una cosa diventa qualcos’altro
Potremmo condensare in questa idea il progetto artistico di Muniz, una poetica della trasformazione che porta con sé anche un cambiamento in noi spettatori. Ed è anche l’idea intorno alla quale è costruita l’esposizione Afterglow: Pictures of Ruins, in esposizione a Palazzo Cini fino al prossimo 24 luglio.
Quella di una rivisitazione in chiave contemporanea di alcune delle opere della collezione Cini, una ricerca incentrata sul colore e sui materiali che approda alla sostituzione delle pennellate con ritagli di dipinti raffigurati su riviste d’arte scelte con cura. Un progetto che coinvolge lo spettatore attraverso un gioco di rimandi e citazioni.
Non è, però, l’unico evento che vede la partecipazione dell’artista, occorre segnalare anche Glasstress, che unisce una quarantina di artisti provenienti da tutto il mondo. La mostra, che si trova a Palazzo Franchetti, si inserisce nel contesto degli eventi collaterali della 57ma Biennale d'arte e sarà possibile visitarla fino al 26 novembre.
L'ambizioso progetto esplora le molteplici potenzialità del vetro e, per questo motivo, la mostra non si conclude a Palazzo Franchetti ma continua a Murano, isola molto conosciuta per la lavorazione del vetro soffiato.