L’inconfodibile voce di Mark Lanegan torna ad entusiasmare i suoi fan italiani nell’ultima data del ‘Gargoyle Tour’, l’11 Luglio nel Parco Rosati di Roma zona Eur. ‘Gargoyle’ è il suo ultimo disco di una carriera longeva e prolifica. Il disco continua il sound intrapreso da ‘Blues Funeral’ del 2012: sonorità in bilico tra rock, blues, dark ed elettronica. Una carriera trentennale alle spalle, passando dal grunge con i suoi Screaming Trees ai suoi acclamati dischi solisti ed alle numerose collaborazioni con grandi artisti, tra cui Moby ed Isobel Campbell.
Opening act: Lyenn + Duke Gerwood, ore 20:15
Ad aprire il suo concerto romano due nomi a lui conosciuti: Fred Lyenn Jacques, in arte Lyenn e Duke Garwood, membri effettivi della Mark Lanegan Band. Lyenn è il bassista della band, ma si è esibito con la chitarra, anzi varie chitarre. Sette ballate intense e soffuse, dove la sua timida voce esplode occasionalmente in rabbia e rancore. Ottima prova.
A seguire Duke Gerwoord, chitarrista eccentrico della Mark Lanegan Band, accompagnato da un batterista. Sono le ‘prove’ del concerto vero e proprio: il sound della sua chitarra, grezzo e distorto, è riconoscibile dai fan di Lanegan. Blues rock e sperimentale, suonato in maniera impeccabile, con una tecnica eccelsa, senza uso del plettro.
Il concerto di Lanegan e soci, ore 21:50
È ora il turno di Lanegan e la band intera. Ottimi musicisti che creano un'amalgama perfetta di ritmi e suoni. Anche il palco del Parco Rosati si dimostra all’altezza della calda serata: ne esce fuori un ottimo sound apprezzato dal pubblico.
Si inizia subito con un brano di ‘Gargoyle’, ‘Death’s head tattoo’, che fa subito presa sugli spettatori, un po’ sacrificati dalla scelta di sedute invece di potersi godere lo show in piedi e danzando sulle note della band.
Si torna poi alle origini del sound Lanegan Band con ‘Gravedigger’s Song’, dall’acclamato disco ‘Blues Funeral’. Il sound della band risulta più grezzo delle leggermente raffinate versioni in studio, ma ciò ne guadagna in purezza e allo stesso tempo durezza del suo rock blues, a tratti cupo ma elegante nella proposta di ascolto.
‘Nocturne’ sembra omaggiare i Joy Division, tanto è che come bis finale la band ha suonato una loro cover, ‘Love will tear us apart’, facendo letteralmente impazzire il pubblico. Incipit grandioso, il basso è dannatamente dark-wave. Nel disco ‘Gargoyle’, la voce di Lanegan è leggermente più fioca e meno greve, scelta che aveva mosso qualche dubbio sulla sua condizione di salute vocale. Puntualmente smentita non appena il pubblico ha ascoltato ‘Floor of the ocean’, bellissima ballad moderna e sensuale dove Lanegan dà il meglio di sé. Si balla, anche da seduti con l’ipnotica disco-wave di ‘Ode to sad disco’ e la cavalcata ritmica di ‘Harvest Home’, brani ripresi da dischi precedenti ‘Gargoyle’.
In questi due anni molti artisti hanno purtroppo lasciato il palco e la musica. Per fortuna, Mark Lanegan è ancora presente tra noi, ed il concerto di ieri sera ribadisce la sua splendida performance vocale e di gruppo. Speriamo di godercelo ancora per molto tempo!