Quanto più il tempo passa tanto più i misteri e i segreti legati alla figura di leonardo da Vinci e alle sue opere si infittiscono, tanto da non riuscire a trovare una via d'uscita. L'ultimo riguarda la scoperta di una Gioconda avente i capelli raccolti e un volto sorridente, un'opera che, secondo gli esperti del museo del Louvre, sebbene debbano ancora ufficializzare i risultati, potrebbe essere "l'antipasto" di ciò che poi sarà la Monna Lisa, o Gioconda, che tutti conoscono, di Leonardo da Vinci.

Il quadro si trovava, sin dal 1862, nel Musée Condé del castello di Chantilly, in seguito ad una collezione donata nel 1897 da Henry d'Orléans, duca d'Aumale.

Da lì, in gran segreto, secondo quanto riferisce Le Figaro, è stato trasferito in un'ala del museo del Louvre - esattamente nei laboratori del Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France - affinché gli esperti scoprano la verità.

Le analogie

Esistono almeno una ventina di versioni della Gioconda "nuda" (fra cui quella appartenente a Gian Giacomo Caprotti, allievo di Leonardo), tutte databili intorno al XVI secolo, ma quest'ultimo rinvenimento potrebbe essere quello più importante sia perché potrebbe racchiudere e svelare un altro dei misteri legati al genio del Rinascimento, qual è stato - appunto - Leonardo da Vinci, sia perché gli esperti - esaminando alcuni dettagli - hanno spazzato via ogni dubbio, accertando che si tratta di un originale e non di una copia.

Effettivamente, fra i due quadri esistono delle similarità piuttosto evidenti, analogie che gli esperti del museo del Louvre stanno studiando. Innanzitutto, entrambi i disegni hanno più o meno le stesse dimensioni: 72 centimetri per 54.

In secondo luogo, sono state rilevate delle analogie sia nella raffigurazione di una donna che guarda l'osservatore da sinistra con il petto leggermente nudo, sia nell'espressione e nella posizione delle due Monna Lisa.

Potrebbe essere di Leonardo da Vinci?

Attraverso una serie di esami, quali - ad esempio - raggi infrarossi e fluorescenza a raggi X, e dopo aver effettuato alcuni test a radiocarbonio, le origini del dipinto risalirebbero agli anni compresi fra il 1485 e il 1638 e, dunque, per il momento è ancora difficile stabilire se la Monna Vanna "nuda" sia anteriore o posteriore alla rinomata Gioconda del Da Vinci.

Le indagini, per scoprire la verità, cominciate più o meno un mese fa, proseguiranno fino al 2019 quando - in occasione dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci - il quadro sarà esposto in pubblico per essere osservato e ammirato dal vivo.