La pubblicazione qualche giorno fa dei dati di vendita del comparto Libri segnala un leggero incremento nei primi otto mesi dell'anno, ma contemporaneamente denuncia la flessione costante del numero dei lettori.
Per il mercato del libro fatturato in crescita dell’1% negli 8 mesi 2017, ma continua il calo del numero dei lettori https://t.co/Su8wTpNZI6 pic.twitter.com/E4FXbLkk9I
— Primaonline.it (@Primaonline) 11 ottobre 2017
Paragonando poi i dati dei lettori italiani con quelli di altre nazioni, scopriamo che il nostro paese ha percentuali più vicine al terzo mondo, e non certo da nazione europea e occidentale.
Lettori in alcuni Paesi, 2016 (fonte AIE).
— Einaudi editore (@Einaudieditore) 12 ottobre 2017
Norvegia 90%
Francia 84%
Canada 83%
USA 73%
Germania 68,7%
Spagna 62,2%
Italia 40,5%
In ultimo, scorrendo nei mesi la top ten, si scoprono spesso ai primi posti libri di autori non scrittori che, sfruttando la loro celebrità o il particolare momento storico, creano il best seller delle vendite. Operazione commerciale lecita e corretta, certo, ma che non fidelizza l'acquirente nell'esercizio della lettura, più orientata alla scoperta di gossip o particolari del personaggio non ancora noti.
Libri e lettura: riflessioni oltre i dati
Lettori non si nasce, lettori si diventa, crediamo. L'abitudine alla lettura si impara con il tempo e la costanza, con la ricerca costante in se stessi di nuovi stimoli, della voglia del confronto, di provare emozioni e sentimenti non filtrati.
Tutto questo è spesso troppo lontano dal principale mezzo di intrattenimento in Italia, la televisione.
Non che non ci siano, all'interno del palinsesto televisivo, momenti dedicati alla lettura ed ai libri, ma spesso la finalità è prettamente commerciale (vedi sopra) e non formativa di nuovi adepti. E le istituzioni e gli addetti ai lavori lavorano con impegno nell'informazione per la diffusione dei libri, meno alla ricerca o alla costruzione di nuovi lettori.
In termini di marketing, si dovrebbe lavorare di più sulla crescita della richiesta, che dell'offerta ce ne già a sufficienza. Da questo punto di vista alcune librerie, ad esempio, diversificano il punto vendita, associazioni promuovono incontri con autori, scuole ed insegnanti lavorano sugli alunni. Tutto questo serve a far fiorire la voglia di lettura, primo passo fondamentale.
Anche la guerra dei due saloni del libro (prettamente commerciale) ha fallito l'obiettivo, con la principale casa editrice italiana che ha deciso, per il prossimo anno, di tornare al Salone di Torino, premio meritatissimo alla nuova direzione del Salone del Libro
Mondadori parteciperà di nuovo al Salone del Libro di Torino - Il Post - Il Post https://t.co/Oye6p1LpzC #DT #libri
— Dartonit (@Dartonit) 11 ottobre 2017
Si dovrebbe fare di più, si deve fare di più. La lettura non è solo un settore commerciale. E' la diffusione del pensiero, delle opinioni, della fantasia, dell'immaginazione, della speranza nel futuro. Tutte cose che in Italia, ultimamente, cominciano a scarseggiare.