Willie Peyote, pseudonimo da Looney Tunes smorzato con cui si fa chiamare il 32enne Guglielmo Bruno, è tra le voci di Torino di un Rap degno di essere chiamato tale. Non dimentichiamo, infatti, che questa è stata sì la città dei tristemente noti "Vip", ma ha anche dato i natali a mostri sacri come Ensi. In ogni caso, a differenza di quest'ultimo, Willie Peyote ha dato un'impronta diversa a questo genere musicale, riuscendo ad emergere totalmente soltanto negli ultimi anni, nonostante sia in circolazione già dal 2004.

L'originalità del Peyote

Rock e Hip Hop, con lui, formano un connubio che genera piccole perle del rap italiano come "Educazione Sabauda" o "Sindrome di Toret", l'ultimo album pubblicato.

L'apice, tuttavia, lo ha raggiunto proprio con la sua penultima fatica del 2015. "Educazione Sabauda" raccoglie le sue paturnie principali, riversate con leggerezza e autoironia scanzonata su carta e poi su nastro, con una musicalità che lo contraddistingue dalla solita massa. Tant'è che in uno dei suoi pezzi più famosi, l'incipit è proprio la domanda: "Ora dimmi, sono più rap o più indie, ca***ne?". Insulto a parte, la polemica è rivolta proprio a chi cerca di etichettarlo da un lato o dall'altro della barricata. A lui non interessa e lo ha sempre affermato: cerca di inserire ciò che ha da dire con la musica che vuole creare. Una vena polemica e critica nei confronti di tutta la società, a 360 gradi, ma con un'ariete di tutto rispetto: la sua sagace e schietta ironia, talmente importante per il rapper, in quanto "ci aiuta a sopportare le cose che succedono nel mondo", da portarlo ad ispirarsi alla stand-up comedy americana.

E la ciliegina sulla torta di questo effervescente tentativo, molto apprezzato dalla nuova generazione che si sta avvicinando al mondo del rap, è l’originalità dell’orgoglio "sabaudo", cioè torinese. L'accento è inconfondibile, ma anche qualche parola o modo di dire inserito nelle tracce dei suoi album rappresentano qualcosa di nuovo. Il rap è sempre stato di Milano o di Roma, e ultimamente spaziava tra l'Emilia Romagna e la Sardegna con Salmo ed En?gma. Ma di rivendicazioni torinesi, in effetti, non ce n'erano molte. Willie Peyote, invece, rivendica la sua Torino, la porta in scena e fa innamorare il suo pubblico. Con uno stile unico e testi che, almeno una volta, vale la pena di sentire per la schiettezza e la semplicità linguistica con cui vengono esposti.