La cultura e un pezzo di carta, come prosaicamente si argomenta, aiutano. Costituiscono una marcia in più per farsi spazio nella vita. Se non si ha un titolo di studio diventa arduo assicurarsi un posto nella società. Ovviamente e in linea di massima, questo punto di vista è molto realistico. Tuttavia e in particolar modo negli States, quella della laurea e la conseguente fase post lauream, pare un’avventura difficile da portare a fine. Certo, magari una prima e sbrigativa riflessione potrebbe portare a considerazioni non proprio gratificanti per uno studente in carriera.

Insomma e senza grandi giri di parole, si tenderebbe a giudicare l’universitario in questione poco incline alla disciplina da studiare. Ma John Grisham non la pensa così.

Tema di “La grande truffa”

Infatti, lo scrittore statunitense più che interessarsi di studenti svogliati, in questo suo nuovo romanzo intende mettere sotto osservazione il business delle scuole private americane. In “La grande truffa” (Mondadori, pagine 312) pubblicato in Italia il 16 gennaio 2018, con titolo originale “The Rooster Bar”, tradotto da Luca Fusari e Sara Prencipe, quindi, non è presente alcun indirizzato ai frequentatori scolastici poco volenterosi. Invece, la penna di John Grisham è decisamente orientata a denunciare il grande business delle scuole private.

E gli interessi e i profitti che girano loro intorno. Ed è un mercato che non si fermerebbe solo al privato, secondo quanto si evince dal testo del romanziere coinvolgerebbe più in generale il sistema scolastico degli Stati Uniti.

Trama del romanzo

Per intendere con estrema chiarezza l’argomento sul quale è stato organizzato l’intreccio romanzesco di “La grande truffa” basterà dare attenzione a una delle frasi simbolo del testo: “Diamine, quattro anni di università e un buco di sessantamila dollari.

Molla prima che peggiori”. A pronunciarla è Mr Frazier. La proposizione è indirizzata a suo figlio Mark. Il fatto che scatena il consiglio accorato del padre è legato alla condizione del ragazzo. Questi, terminato il college, si ritrova senza lavoro. E con sessantamila dollari da restituire. Il progetto di Mark prevede, pur nella depressa soluzione economica che lo attanaglia, che si iscriva, per la fase post lauream alla Foggy Bottom Law School di Washington.

Quest’ultima, la Law school, è una specializzazione universitaria di durata triennale. Solo al termine di essa è probabile l’accesso all’esame per diventare avvocato. Ed è la Low School che costringe gli studenti a indebitarsi. I debiti si accumulano, anno dopo anno. Fino a occupare anche il tempo futuro dei ragazzi. Lo scrittore fa capire che perfino la loro vita da adulti ne è contagiata. Ma Mark, Todd e Zola, personaggi del libro, tessono un piano per aver ragione degli uomini senza scrupoli che gestiscono i prestiti agli studenti.