Il commissario Adamsberg era entusiasta dal suo programma vacanziero. Non gli capitava spesso di potersi allontanare dal distretto. Questa volta poi il luogo che lo ospitava era una terra che, da sempre, lo affascinava. E ci era riuscito a visitare l’Islanda. Tuttavia, l’uomo è costretto a rientrare quanto prima possibile. Ci sono da seguire le indagini su un omicidio. È all’insegna di una vacanza interrotta che la scrittrice Fred Vargas organizza l’architettura di questo suo romanzo giallo, "Il morso della reclusa".
La trama del libro
Pur distolto dalla sua agognata vacanza, il rappresentante delle forze dell’ordine francese, nonché capo dei ventisette agenti dell'Anticrimine del tredicesimo arrondissement, si congratula con se stesso.
In fondo ne è valsa la pena. Sicuramente, lasciare l’affascinante Islanda così, su due piedi e raccogliendo le proprie cose per tornare alla routine professionale non è stato un gran proposito. Ma lui, insomma, è un poliziotto. E quella carriera è il risultato di una passione. Tuttavia e contro il parere dei suoi stessi colleghi, c’è qualcosa che, in quell’aver risolto brillantemente il caso, non lo convince.
La colpevole
Il fatto è che, il commissario Jean-Baptiste Adamsberg, inizia a riflettere su tutta la faccenda con occhio sospettoso. L’autrice gioca con i lettori mettendo in campo un equivoco nominale. Insomma, pare abbastanza credibile che tre anziani signori siano eliminati da una reclusa.
Ancor di più il tutto può risultare attendibile soprattutto a chi non ha dimestichezza con una certa terminologia. In fondo, può anche essere che una diventi reclusa perché denunciata – in un tempo passato e non si sa per cosa – da, per esempio, i tre vecchietti ormai defunti. E che siano, quindi, lei e la sua vendetta, la causa del rientro in fretta di Adamsberg.
Sicuro. Peccato che la “reclusa” in questione non possa avvalersi di una appartenenza antropologica.
La reclusa
Ma agli aracnidi, sì. Infatti, si è nel sud della Francia, la”reclusa” altra non è che un ragno presente in questa zona della terra che ha dato spazio alla Rivoluzione del 1789. A volte alcuni di questi animali sono predatori e velenosi.
Esattamente come la “reclusa” in questione. Ma il fatto che siano predatori e velenosi non deve per forza avvalorare la tesi che, come invece l’opinione pubblica vorrebbe, siano loro gli assassini degli anziani sfortunati. Questo pensa il commissario. Così, contro il pensiero imperante in una società compressa nella morsa dell’angoscia, Jean-Baptiste Adamsberg preferisce seguire il proprio istinto: è convinto che esista un collegamento preciso tra il passato delle vittime e chi le ha uccise. E, chiunque sia, non appartiene agli aracnidi. "Il morso della reclusa” (Einaudi-stile libero big, pagine 440) è stato pubblicato nel mese di febbraio 2018.