A Roma, il 24 e 25 febbraio scorsi, si è svolta la sesta edizione della convention tutta al femminile dedicata al mondo del tatuaggio “The other side of the ink”, presso l’hotel Sheraton e Conference Centre.
La convention
The other side of the link non è solo tatuaggio, nei 1000 metri quadri che accolgono la manifestazione si trovano i migliori tattoo supplies d’italia con tutte le novità del settore, dall’oggettistica all’abbigliamento, ovviamente correlato alla tematica della convention.
Tra spettacoli, musica e tanto altro, 150 tatuatrici provenienti da tutto il mondo.
Nuovi stili
Il settore dei tattoo da qualche tempo è sempre più conquistato dalle donne per la grazia e la sensibilità del tocco, l'abilità nell'unire colori sgargianti e tratti sottili, nell'eliminare contorni e usare nuovi stili come i tatuaggi watercolor (o acquerello), un’artista emergente di questo nuovo stile, Sara Pallassini proveniente dallo studio El Barrio Loco di Pontedera, in provincia di Pisa, si presta per rispondere a qualche domanda:
1) Ciao Sara, parlami del tuo stile e delle tue influenze artistiche.
Sara P.: Mi sono avvicinata a questo stile già dalle suole superiori quando grazie allo studio delle espressioni ho cercato nel caos un filo logico, dapprima mi sembrava impossibile coadiuvare il mondo mondo dell’espressionismo con quello del tatuaggio ma grazie ad internet che ha accolto le mie lunghe ricerche, lo ha reso possibile.
Inspirando ad artisti del tatuaggio dell’Est-Europa, come Ondrash, e a pittori come Van Gogh e Schiele sono riuscita a creare la mia dimensione all’interno del watercolor.
2) Qual è il processo creativo che ti porta a creare nuove opere su pelle?
Sara P.: Spesso è uno stato d’animo, un’emotività che imprimo su pelle, ad esempio “la Mushroom's head” è nata da qualcosa che ho sentito nascere in testa ma non riuscivo a dargli una sua dimensione, poi è arrivata, quasi da sola.
3) Esegui lavori solo nel tuo stile o cerchi di soddisfare le idee del cliente anche se questo non ti rispecchia come artista?
Sara P.: Ho la fortuna di eseguire principalmente lavori che rispecchiano a pieno il mio stile, grazie al fatto che i clienti mi cercano per le peculiarità che ho acquisito nel watercolor.
4) Che spazio hanno i social network nel tuo lavoro?
Sara P.: Diciamo che c’è un rapporto di amore e odio, in quanto a oggi è la chiave per farsi conoscere, alle volte mi obbligo a doverci stare dietro ed investirci, ma ciò mi ha ripagata e mi ha portato a farmi conoscere oltre i “confini” di Pontedera e della Toscana, per esempio l’hanno scorso ho tatuato un ragazzo americano che mi ha trovato su Instagram, ed è venuto appositamente a Pontedera per farsi tatuare. Quindi i social media mi hanno dato un valido aiuto a portare avanti e far conoscere sempre più lo stile al quale mi dedico.
5) Come ti trovi e ti senti nel mondo delle convention?
Sara P.: Non mi sono molto familiari, anche perché tatuo dal 2015, c’è sempre ansia perché ti metti in gioco, di conseguenza devi essere molto sicuro di te stessa come artista, ma è altresì vero che se non mi buttassi mai non avrei margini e modo di capire la crescita e l’esperienza che posso aver acquisito nel tempo.
Soprattutto nel mestiere del tatuatore ci deve essere la voglia di mettersi a confronto con artisti che provengono da tutto il mondo, perché diventa uno scambio culturale, uno spronarsi reciproco e un rendersi conto del livello a cui siamo giunti. Certo ci sarà sempre qualcuno più bravo di te, ma questo deve essere il minuto per crescere e migliorarsi, ogni giorno sempre di più, disegno dopo disegno, pelle dopo pelle.