Sembra passato un secolo! In effetti è passato un secolo: il secolo delle avanguardie, dell'espressionismo, della poesia ermetica e del futurismo; dei suoni in libertà e dei grandi fratelli è definitivamente concluso. Può dirsi concluso perché i testimoni di tale patrimonio stanno quasi tutti per recarsi all'uscio d'ingresso, senza dire più di quanto la loro impronta non abbia lasciato su questa terra.

A un’altra epoca appartiene Gillo Dorfles; perché è stato l'ultimo sperimentatore del '900? Perché era così avanti con l'età, da aver ricominciato daccapo?

La Trieste asburgica del 1910, dove egli nacque da padre goriziano e madre genovese, è la stessa che percorreva D'Annunzio. Forse questa vicinanza lo avrà parecchio influenzato, nell'avvicinarsi alle arti; “riempiendo di sgorbi le pagine dei miei libri scolastici, il legno dei duri banchi delle medie, la sabbia delle spiagge estive”, come era solito ripetere. Forse un secolo di ricordi ed esperienze erano le sole cose che ripeteva, Perché Gillo Dorfles, come Paganini, non ripete!

Il linguaggio morale dell'arte

Gillo Dorfles è sempre stato un curioso e instabile esploratore dei linguaggi dell'Arte; una forza che pervade un fisico esile già dalla prima cattedra di estetica presso l’Università di Milano.

Da questo pensieri nascerà nel 1948 il MAC, ossia Movimento Arte Concreta.

Egli prende seriamente a cuore l'arte visiva, intraprendendo una carriera che, dagli anni ’50, fino all'ultimo giorno della sua vita, gli ha permesso di esporre la sua opera in diverse mostre collettive in Europa, Cile e Argentina e Stati Uniti. Anche una laurea in medicina, rientra nel bagaglio del nostro Gillo nazionale; un altro percorso conquistato esclusivamente per comprenderne la fondamentale serietà della scienza e della necessita di non praticarla passivamente.

Non è possibile affermare se il mondo lo abbia conosciuto più come artista, che come critico. Certamente il prof Dorfles, è stato il critico d’arte e l' autore di saggi importanti come: Discorso tecnico delle arti; Il divenire delle arti; Nuovi riti, nuovi miti; questo è già un valore aggiunto ad una vita dedicata all'esplorazione morale dei linguaggi dell'arte.

L'unione tra critica e arte rappresenta uno dei pochi esempi "viventi" di simbiosi empatia tra teoria e pratica; spirito e materia.

Un carattere eccezionalmente forte, e allo stesso tempo pieno di risvolti sentimentali, è ciò che rende una personalità come Gillo Dorfles l'emblema di una poliedricità culturale, che attraversa le fasi storiche più importanti del XX° secolo, con l'intento scientifico e curiosi di dare alle generazioni a venire, un motivo per guardare il mondo con occhio critico e una spiccata passione per la curiosità.