Nasce il governo del cambiamento. Dopo 80 giorni di stallo, con un paese stretto nella morsa dell'ignoto e della guerra per le poltrone, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha finalmente sciolto l'impasse, conferendo l'incarico a Giuseppe Conte. Più di un'ora e mezza di colloquio, alla fine del quale il professore di diritto privato ha accettato "con riserva" l'incarico di formare il nuovo e tanto agognato governo del paese, con il sostegno di Lega e Movimento 5 Stelle. Tante sono state le reazioni e i commenti, che hanno preceduto questa nomina, così come le aspettative che l'intero paese ha maturato prima della fumata bianca.

Così il governo del cambiamento, tanto acclamato da Luigi Di Maio, parte ufficialmente con l'intento di sondare nuove alleanze e consultazioni, finalizzate a creare una squadra compatta ed efficace.

Speranze e attese confidando in San Pio

Assieme alle aspettative restano le intenzioni, che da più di due mesi celebrano la volontà di un governo che intende ergersi a faro del cambiamento, nonostante le indiscrezioni sulla figura designata dalle due forze di maggioranza siano state tante e non sempre benevole. La celebrazione di un uomo che ha lavorato collateralmente con le istituzioni, mettendo a disposizione una carriera rispettata, ha coinciso con l'indole sensazionalistica dei media e delle opposizioni, a puntare il dito sulle irregolarità vere o presunte; non importa da che parte o da che paese arrivino, perché tutto fa buon brodo, per il minestrone italiano giallo-verde e fantasia.

Nel frattempo, il professor Conte, presidente del Consiglio incaricato, esce dall'ufficio di Mattarella, con lo sguardo un po' intimidito di chi non mostra mai troppa emotività, dicendo poche e semplici parole: "Sarò l'avvocato difensore del popolo italiano". I punti rilevanti del suo discorso non sembrano distaccarsi dalla tradizionale politica di moderazione: rapporti con l'Ue, centralità internazionale ed europea dell'Italia, impegno sui negoziati dell'Unione Europea, politiche sull'immigrazione; tutto condito dalla consueta salsa globale dell'interesse nazionale.

Eppure il governo che sta nascendo si regge due forze politiche considerate "populiste" ed euro-scettiche. Non è un caso che lo scandalo dei corsi di perfezionamento alla New York University sia stato promosso dal New York Times, né che il nome di Paolo Savona per il dicastero dell'Economia susciti forte preoccupazione, a causa della sua dura presa di posizione contro la moneta unica.

Nel frattempo i media in blocco non hanno perso tempo nel produrre la Telenovela sulla vita e la carriera del giovane avvocato-professore, alternando irregolarità con testimonianze di chi lo ha visto crescere; la sua vita privata; la fede e la devozione in San Pio. Ottimo materiale per suggestionare l'arrivo del nuovo che avanza, se non fosse che tale telenovela era stata pianificata tale e quale per il suo predecessore accademico: il prof. Mario Monti, cui sembra ancora lontana, la possibilità di attribuzione della salvezza di un paese non più sovrano.

Molti dubbi ha suscitato anche la sua interpretazione di "avvocato difensore", dal momento che il popolo italiano non dovrebbe, a detta di molti giornalisti, essere considerato l'imputato.

Cosa succederà lo scopriremo sono nelle prossime ore, seguendo attentamente le fasi della consultazione, prima di abbandonarci placidamente alla familiarità vera o presunta di un professore che per molti era un illustre sconosciuto solo pochi giorni fa, mentre ora, è come se fosse stato il vicino di casa di tutti gli italiani.