La natura sublime, rappresentata in tutta la sua bellezza e imponenza, le atmosfere vaporose e vibranti, cariche di intimo sentimento ci accolgono nelle sale del Chiostro del Bramante di Roma, che fino al 26 agosto 2018, andranno a celebrare uno dei massimi esponenti della pittura inglese dell’800: Joseph Mallord William Turner. L’importante esposizione monografica curata da David Blayney Brown, presenta una selezione di 92 opere tra acquerelli, disegni, schizzi e dipinti ad olio, dal carattere particolarmente intimo e personale, non essendo destinati alla vendita i lavori si distinguono infatti per la forte impronta sperimentale, e ancora oggi rappresentano al meglio gli sviluppi e gli aspetti più innovativi della cifra stilistica di Turner.

Opere che sfiorano l’astrattismo, nelle quali la natura si rivela attraverso le forme insolite più profonde e viscerali, negli accordi cromatici che definiscono l’intensa ricerca dell’artista in grado di plasmare l’Arte alla vita, e la vita alla sperimentazione.

L’esposizione è suddivisa in sei sezioni tematiche

La poetica della luce, i vortici di colore puro che abbracciano i contorni della natura, sono solo alcuni dei motivi che accompagnano lo spettatore lungo le sei sezioni che scandiscono il percorso espositivo, che mira ad indagare ancor più da vicino l’intera produzione artistica di uno dei maggiori pittori del Romanticismo. Dall’architettura al Paesaggio: opere giovanili (1791 – 1802) è la sezione che introduce i primi studi di Turner dedicati all’architettura e agli ideali classici, che dalla Royal Academy School lo spinsero ad avventurarsi nei viaggi estivi sempre più lontano da Londra, alla costante ricerca di nuovi soggetti e ispirazioni.

Le sezioni Natura e ideali: Inghilterra (1805 – 15 circa) e in patria e all’estero (1815 – 30) descrivono le esplorazioni che seguendo il modello del Grand Tour del XVII secolo, per quasi trent’anni lo portarono a viaggiare oltremare, impressionando nei suoi acquerelli e nei suoi disegni le intense vedute sospese nel tempo e nel potere creativo della memoria.

Luce e colore (1828 – 1835) racchiude le opere definite Colour Beginnings, un nucleo di straordinari studi sul colore che dalle iniziali impressioni en plein air, venivano rielaborate all’interno dello studio, attraverso un gioco tra l’intelletto e l’immaginazione in cui le forme evanescenti dei ricordi si materializzavano nelle vivide pennellate, dissolvendo i paesaggi in visioni oniriche, e creando dei nuovi ed importanti elementi iconografici nella storia dell’arte mondiale.

I soggiorni all’estero e l’evoluzione del linguaggio stilistico di Turner

Chiudono l’esposizione capitolina le sezioni Turista Annuale (1830 – 40) e Maestro e Mago: le opere della maturità (1840 – 45) che ripercorrono il tracciato artistico maturato dal pittore durante i suoi viaggi in Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania e Italia. Le visite a Roma, Firenze, Napoli e Venezia, dalle Alpi alle città marinare, dalle rovine romane alla laguna, segnarono profondamente il processo evolutivo di Turner, che attraverso le sue calibrate suggestioni pittoriche e i suoi virtuosismi cromatici, rese omaggio alla lezione dei grandi maestri italiani, rivoluzionandone i linguaggi descrittivi. La luce esplode in ruvidi vortici di colore che cancellano ogni confine e trasformano i paesaggi in liriche evocazioni, in un dialogo fra prospettive e sentimenti, fra albe e tramonti, tra storia e contemporaneità, che raggiunge quasi le soglie dell’astrazione anticipando così le successive tendenze artistiche, prime fra tutte l’Impressionismo.