È un giorno importante per la storia dei diritti civili e per la cultura afro-americana, quello che si celebra oggi, 4 aprile 2018; giorno in cui si commemora la nascita di Maya Angelou. Anche Google ha dedicato uno straordinario doodle di animazione alla grande poetessa, attrice e ballerina, la cui figura ha ispirato intere generazioni, in un secolo che ha visto due intere comunità percorrere la stessa strada su due livelli troppo differenti e separati.

Nata a St.Louis il 4 aprile del 1928, la piccola Maya cresce, e vive i primi anni della sua vita, all’interno di quel mondo al confine della periferia sociale americana, fatto di segregazione, criminalità e negazione di quasi tutti i diritti più naturali verso la comunità afro-americana, con la determinazione e il coraggio che difficilmente una ragazzina esile di 16 anni poteva avere in quel particolare momento storico.

Una vita triste come tante del suo tempo; una famiglia senza padre; la presenza di un patrigno violento verso le e sua madre; una serie di lavori che andavano dalla cameriera alla spogliarellista.

Una vita a sostegno dei diritti civili

Maya Angelou è una di quelle figure, non completamente analizzate in Europa, alla pari di un Martin Luther King o Malcolm X, anche perché il suo percorso è stato segnato da molti cambiamenti che ne hanno influenzato la personalità e lo sguardo sul mondo. Come dicevamo prima, Maya è stata attrice e ballerina capace di distinguersi per il suo lato particolarmente sensibile; una delicatezza che non passò inosservata al grande compositore George Gershwin, che la volle nel cast di Porgy and Bess.

Anche la prima televisione commerciale notò quella ragazzina leggera e determinata, tanto da inserirla nel cast di Down in the Delta, che attraverso la storia di una ragazza tossicodipendente, in qualche modo racconta quello che sono le sue origini; tra demoni che ritornano e voglia di libertà, sulle rive del Mississipi.

Saranno proprio i “demoni” della storia, oltre che della sua vita, a risvegliare una forza idealistica che determinerà anche la sua carriera artistica e letteraria.

Angelou scelse di mettere in campo la sua creatività a favore del movimento per i diritti civili, unendosi nella battaglia a fianco sia di Malcom X sia di Martin Luther King. La poetica della scrittrice, che fu anche giornalista freelance, riusciva ad avere quel potere evocativo, capace di superare ampiamente i confini del vissuto personale per esplorare argomenti di portata maggiore come il razzismo, l’identità culturale, il concetto di famiglia e la condizione della donna.

Le sue opere più famose sono racchiuse in una serie di sette autobiografie dal titolo; “I know When the Caged Bird Sings”, di cui la prima, uscita nel 1969 e tradotta in italiano, con il nome di “Canto Del Silenzio”, racconta la sua infanzia, in tutte le sue sfaccettature più crudeli: da quando fu stuprata dal compagno della madre, che fu a sua volta imprigionato e condannato. Se non fosse già questo un triste album di famiglia, lei racconta di quando l’uomo fu picchiato a morte e poi, una volta uscito di galera, “pensai di aver causato io la sua morte perché avevo fatto il suo nome alla mia famiglia”.

Una vita lunga, fatta di grandi successi letterari e poesie che hanno ispirato i grandi movimenti per i diritti civili in tutto il mondo, Maya Angelou, ha continuato senza sosta a lavorare, scrivere e viaggiare lungo i sentieri delle sue origini.

Ha ricevuto decine di Lauree honoris causa e premi che ne hanno decretato fama e prestigio, non solo nella comunità afro-americana. Ogni attimo di questa donna è stato dedicato ad uno scopo concreto e, oggi che avrebbe compiuto 90 anni, ci piacerebbe pensare che le future generazioni abbiano la curiosità di vedere chi era questa Maya Angelou; che pensava di avere una voce in grado di uccidere le persone, ma aveva anche il potere di farle resuscitare.