Bergamo - Per lungo tempo, l'opera "Resurrezione di Cristo" è stata conservata nel deposito dell'Accademia Carrara di Bergamo, ignorandone l'elevato valore, in quanto ritenuta un'imitazione di una tela di Andrea Mantegna, definito il primo grande "classicista" della pittura.
Mantegna è stato pittore e incisore di origine padovana, conosciuto per aver decorato la Camera degli Sposi a Mantova, e i Trionfi di Cesare che ricreavano la pittura trionfale dell'Antica Roma. L'artista del XV secolo si è formato presso la bottega dello Squarcione a Padova, dove acquisì la passione per le citazioni archeologiche.
Venne a contatto con diversi artisti toscani nel corso della sua vita, tra cui Paolo Uccello, Donatello, Filippo Lippi e Andrea del Castagno, dai quali apprese le tecniche della prospettiva. Queste furono poi rimarcate dall'influenza delle opere di Piero della Francesca, in quel di Ferrara, portandolo ad ottenere un effetto quasi di "illusione".
Sempre a Ferrara, fu importante anche il confronto con Giovanni Bellini, che portò ad un addolcimento delle forme dei soggetti del Mantegna.
Quando un dettaglio riesce a fare la differenza
Il dipinto, datato 1492-1493, che raffigura Gesù Cristo risorto dinanzi agli occhi stupiti e sconvolti di altri personaggi, dopo ben 200 anni è stato finalmente attribuito al grande maestro del Rinascimento italiano, grazie a nuovi ed approfonditi studi effettuati su un dettaglio dell'opera.
La croce presente sotto l'arco nella parte bassa della tela ha attirato l'attenzione degli studiosi, facendo pensare all'esistenza di una parte mancante della tela. Attraverso la valutazione della continuità dell'asta della croce e delle pietre che compongono l'arco, è stato possibile determinare che la sezione di dipinto mancante fosse la "Discesa di Cristo al Limbo".
Quest'ultima è attualmente conservata a Princeton, e fa parte della collezione di Barbara Piasecka Johnson, che l'aveva acquistata all'asta nel 2003. L'opera raffigura Cristo, riconoscibile al centro della scena grazie al bastone-scettro sulla cui cima compare una croce, giunto nel Limbo per salvare gli ignavi e portarli in Paradiso.
La recente attribuzione al Mantegna della "Resurrezione di Cristo", secondo il "Wall Street Journal" ha portato ad un esponenziale aumento del costo della tela, passando da circa 25.000 ad almeno 25 milioni di euro. Il dipinto verrà inserito nel Catalogo Completo dei Dipinti Italiani del Trecento e Quattrocento dell'Accademia di Carrara.