Un ribelle affamato di giustizia, un ragazzo in cerca di successo nell'era dei reality show. Il mondo delle televisione che si intreccia con il racconto, con la storia, con il libro, diventandone ambientazione e cornice. Trasformando il libro in una estensione della realtà odierna.

È probabile che la conoscenza, oggi, passi attraverso mezzi e canali diversi dalle parole o dalle indaffarate letture. Pare che, soprattutto i più giovani, preferiscano un approccio informativo e, va da sé, anche ludico, centrato sull'immagine. E l’immagine porta direttamente all'apparire.

Chiedersi dove questo ‘apparire’ possa divenire ecumenico e celebrativo è lecito, ma solo se si è distratti da impegni di altro rigore. Diversamente, la risposta è perfino banale: si appare lì, in quel non-luogo che è la televisione. Si appare nei più che popolari reality show che i vari canali tv propongono, ormai da tempo.

Kekko Silvestre deve aver riflettuto bene sul fenomeno. Così ha deciso di ambientare la parte decisiva del suo primo romanzo, “Cash. Storia di un campione” (Mondadori, pag. 228) in uscita il 9 ottobre 2018, proprio nello svolgimento di uno di questi eventi televisivi.

Un ribelle buono

In genere la parola ‘ribelle’ è solitaria. Ci si può ribellare contro un despota, contro una società che promuove la disuguaglianza o fare come Robin Hood che toglie ai ricchi per dare a chi ha poco o niente, ma, per quanto si possa percepire l’individuo agente come fautore di qualcosa di profondamente giusto, è difficile che sia definito ‘buono’.

Ribelle, sì. Kekko è riuscito a immettere nel disegno del suo protagonista l’idea della bontà.

Cash – questo è l’insolito nome dato al ragazzo – è sicuramente un ribelle, ma buono. E' uno che pur non allineandosi non mostra un ghigno di disprezzo. Fa capire al suo interlocutore – anche nei momenti di rabbia – che è in cerca solo del suo posto nel mondo: non ha voglia di aggredirlo né fisicamente, né attraverso espressioni grevi.

Lui somiglia a certi personaggi della cinematografia; a quei buoni che hanno sulla faccia la consuetudine e nelle tasche il nulla della periferia.

La trama

Cash viene dalla Puglia. È nato in un paesino in provincia di Foggia, Cerignola. Il piccolo centro si avvale della vicinanza del fiume Ofanto ed è parte del paesaggio del Basso Tavoliere.

È un ragazzo che ha una profonda idea della giustizia: la sua reazione al sentore che essa non venga attuata, lo fa apparire violento.

Quando la sua vita inizia a perdere pezzi, Samantha, la sua ragazza, decide di lasciarlo perché non vede per loro un futuro. I pochi soldi che girano per casa diventano ancora meno; il padre si ammala e sarà proprio la grinta che sente pulsare nei muscoli tesi che lo condurrà in America, alla ricerca di una rivalsa. Qui, nel mega reality di boxe che si tiene in Colorado, si batterà per ottenere il titolo di campione del mondo. Sotto gli occhi dell’universo.