C'è qualcosa che accomuna il regista del film "Quasi Nemici" Yvan Attal e i due attori protagonisti: Daniel Auteuil, affascinante star internazionale, indimenticato interprete nel 1992 di "Un cuore in inverno", in grado di trasmettere una forte tensione espressiva, e Camelia Jordana, giovane promessa femminile del Cinema francese che proprio quest'anno si è aggiudicata il Premio Cesar. Sono tutti e tre di origine algerina (Attal abbina anche una radice israeliana) oltre che di nazionalità francese ed hanno la capacità di presentare una versione molto raffinata del problema dell'integrazione fra etnie diverse.

Il film "Quasi Nemici" fa parte della programmazione del "Cinecolonne" di Rovigo dall'1 al 4 novembre e sta ottenendo un notevole successo di pubblico. A coinvolgere in particolar modo è il tema dell'uso delle parole come incontro-scontro fra culture diverse ed il fatto che il riscatto sociale corra attraverso l'utilizzo della gara dialettica: la conquista delle parole diviene conquista di una fetta di mondo, di un ruolo, di un'identità piena che ingloba le differenze smussandole.

La trama del film

Camelia Jordana interpreta Neila Salah, una studentessa dell'Università parigina di Assas che sogna di diventare avvocato. Abita nella periferia della capitale francese ed ogni giorno sfida treni e metropolitane per raggiungere le lezioni.

Solo che arriva in ritardo e questo suscita la reazione stizzita e sprezzante del suo professore Pierre Mazard (Daniel Auteuil). Per il suo contegno provocatorio l'insegnante rischierà l'espulsione e per ridefinire i valori della sua immagine accademica dovrà preparare l'allieva ad un contest universitario di retorica. Il docente e la ragazza scopriranno entrambi ben presto che il linguaggio prescelto corrisponde al genere di vita al quale si vuole appartenere e dovranno superare pregiudizi reciproci.

Sullo sfondo del confronto fra i due resta l'elegante volteggio filosofico tratto da Schopenhauer, autore del saggio "L'arte di ottenere ragione". Gli stratagemmi dialettici acciuffati, infatti, secondo il più classico gioco d'erudizione oratoria, non sono finalizzati all'individuazione di "verità", ma, alla capacità formalistica di "avere ragione", che è il sottotitolo del film.

La verità, però, vince

Neila Salah e Pierre Mazard si fronteggeranno verbalmente a colpi di fioretto e, qualche volta, con affondi bonariamente privati della buona creanza. Qualcosa che potrebbe ricordare l'italiano Pirandello e la commedia "Il berretto a sonagli" nella quale si cerca di spiegare il difficile equilibrio fra le tre corde delle relazioni sociali: la civile, la seria, la pazza. "Dovendo vivere in società - dice il pirandelliano "Ciampa" - ci serve la corda civile". La corda della pazzia dà sfogo all'istinto ma deve essere contenuta per non arrivare alla follia. I due personaggi di "Quasi Nemici" s'incontrano nell'intermezzo della corda seria amplificando il senso della condivisione civile.