"Le Nozze di Figaro" di Mozart, commedia per musica in quattro atti su libretto di Lorenzo Da Ponte, dopo la prima della serata di venerdi' 14 dicembre, è replicata a distanza di due giorni per la matinèe domenicale. L'opera, definita anche "La folle Giornata", ha già riscosso l'ampio consenso del pubblico del Teatro Sociale di Rovigo coinvolto dalle schermaglie amorose nel gioco delle coppie di una trama maliziosa che volteggia fra empito ed ironia del genio mozartiano. Sullo scacchiere della vita cadenzato dal teatro lirico restano giuramenti e tradimenti, travestimenti e scambi di persona ma sullo sfondo della scena (e della storia) vibra la transizione di una società che sta cambiando e sente il vento della Rivoluzione Francese che sarebbe esplosa di lì a poco.

Così il protagonista Figaro si trova di fronte ad un'aristocrazia viziata ma in declino e dovrà tenere le redini di una complessa parabola che include vicissitudini sentimentali e ribellioni alla prepotenza del Conte D'Almaviva che avanza il diritto di "ius primae noctis" verso la promessa sposa Susanna.

Una coproduzione del Teatro Sociale e della Fondazione 'Rovigo Cultura'

Lo spettacolo si avvale della regia, scene, costumi e luci di Massimo Pizzi Gasparon Contarini, ed è stato coprodotto dal Teatro Sociale insieme alla Fondazione "Rovigo Cultura". Le musiche dell'allestimento sono affidate all'esecuzione dell'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta con il direttore statunitense James Meena e con il contributo del Coro Lirico del Veneto guidato da Matteo Valbusa.

Gli interpreti dell'opera sono: Fabio Previati (Figaro) Alfonso Mujica (Conte di Almaviva) Gabriella Costa (Susanna) Daria Masiero (Contessa di Almaviva) Leyla Martinucci (Cherubino) Filippo Pina Castiglioni (Don Basilio/Don Curzio) Bruno Praticò (Don Bartolo) Lara Rotili (Marcellina) Francesco Toso (Antonio) Martina Esposito (Barbarina).

Il commento del regista

Massimo Pizzi ha spiegato: "Le Nozze di Figaro sviluppano contenuti che risultano attuali. Viviamo, infatti, in momenti di grande confusione, di grande turbamento sociale e, quindi, trovo che nell'opera vi sia una risoluzione pacifica in cui tutti trovano la loro dimensione di felicità. Questo grande lavoro mozartiano nato dalla collaborazione con Da Ponte ci aiuta a sperare che le "rivoluzioni", i grandi cambiamenti, possano poi portarci al meglio".