Anche il maestro Mogol non è rimasto indifferente al successo dell'ultimo vincitore di Sanremo, Mahmood, pseudonimo di Alessandro Mahmoud. Tanto da invitare il cantante nella sua scuola per autori per migliorare e "sgrezzare" la sua scrittura.

Mogol su Mahmood: 'Umile e gentile'

'Mahmoud? Non ho seguito Sanremo, ma ho sentito la canzone', ha commentato a Radio 24 Giulio "Mogol" Rapetti. E poi ha annunciato: 'Gli ho offerto di venire al Cet per una borsa di studio gratuita per diventare autore, perché l’idea del testo non è male, però non è scritto professionalmente'.

Chissà se Mahmood coglierà l'occasione di frequentare il Centro Europeo di Toscolano, la scuola per autori fondata da Mogol. Su di lui il maestro ha aggiunto: 'Mi sembra un ragazzo umile e gentile e per questo ho fatto questa offerta'. La canzone Soldi infatti ha conquistato anche lui che riconosce però ampi margini di miglioramento nella produzione musicale del cantante: 'La canzone è carina, ma forse il testo è un po’ da sgrezzare'.

Mogol con la Lega: 'Sì alla legge per riservare il 30% alla musica italiana in radio'

Mogol ha parlato di Mahmood nell'ambito di una intervista a 'Uno, nessuno,100Milan’ su Radio 24. Ma l'intervista era mirata principalmente a un altro tema: la proposta di legge lanciata dalla Lega che vorrebbe riservare alla musica italiana il 30% dello spazio radiofonico.

Mogol è stato invitato a commentare in qualità di presidente della Siae questa proposta. 'Lasciare il 70% alla musica straniera è un’ampia libertà di scelta. Prima gli italiani? Qui gli italiani sono i secondi' ha detto il maestro ribaltando l'ormai noto slogan salviniano. 'Non sono contro la musica straniera, ma credo che lasciare il 30% di spazio alla musica italiana sia una cosa buona.

Perché farlo con una proposta di legge? La legge serve perché la norma venga rispettata e per far in modo che questo spazio esista'.

Mogol sulla proposta leghista per tutelare la musica italiana: 'In questo caso non è sovranismo'

'Parlano di decisione sovranista, ma dare del sovranista a chi lascia il 70% alla musica straniera è da incompetenti.

Prima gli italiani? In questo caso gli italiani sono i secondi, è il proprio il contrario' ha detto Mogol commentando chi ha nuovamente accusato i leghisti di sovranismo. 'Il ministro della cultura Bonisoli ha detto che questa proposta gli ricorda il Ventennio? A me no. Questa è una affermazione che non condivido. Non mi ricorda il Ventennio'. Niente fascismi quindi per il maestro Mogol ma un modo per tutelare lo spazio alla tradizione.